Un nuovo studio dimostra che il glifosato e altri due pesticidi molto utilizzati anche in Europa hanno effetti negativi sulla salute delle api, in particolare il loro intestino
I pesticidi rappresentano una delle più gravi minacce per la conservazione della biodiversità e questa non è di certo una novità. Numerosi studi hanno confermato che le sostanze chimiche usate in campo agricolo stanno mettendo a rischio la sopravvivenza delle api e di altri insetti impollinatori preziosi. Tra i pesticidi più controversi e pericolosi spicca il glifosato, che continua ad essere ampiamente impiegato nei Paesi dell’Unione per combattere le erbe infestanti.
Questo erbicida – che causa non pochi problemi alla salute umana (tra cui danni genetici e stress ossidativo) – sarà ammesso in Europa fino al dicembre 2022, data in cui verrà finalmente messo al bando. Ma che effetto ha l’uso del glifosato sull’organismo delle api? A svelarlo è una nuova ricerca internazionale apparsa sulla prestigiosa rivista Scientific Reports, che ha preso in considerazione anche l’esposizione ad altre due pericolose sostanze (visto che spesso i pesticidi vengono usati in combinazione): l’imidacloprid e il difenoconazolo.
Gli effetti dei pesticidi sull’intestino delle api
La ricerca appena realizzata si è soffermata sulle api millifere per mettere in luce le conseguenze sulla salute di questi insetti.
Studi recenti hanno evidenziato che l’esposizione al glifosato può influenzare specifici membri del microbiota intestinale delle delle api mellifere. – spiegano i ricercatori – Tuttavia, in questo studio, le api sono state esposte a concentrazioni di glifosato relativamente elevate. Abbiamo esposto cronicamente le api mellifere a imidacloprid, glifosato e difenoconazolo, individualmente e in una miscela ternaria, a una concentrazione ambientale di 0,1 µ g/L. Abbiamo studiato gli effetti di queste esposizioni sull’instaurarsi del microbiota intestinale, lo stato fisiologico, la longevità e il consumo di cibo dell’ospite.
La scelta delle sostanze non è casuale: appartengono, infatti, alle tre categorie principali di pesticidi impiegati in tutto il mondo.
L’imidacloprid è un insetticida neonicotinoide che distrugge il sistema nervoso degli insetti agendo come agonista dei recettori dell’acetilcolina. – si legge nello studio – È stato rilevato a concentrazioni di 1,35 µg/kg nel polline e 0,14–0,275 µg/kg nel miele. Il glifosato [N-(fosfonometil)glicina] è tra i pesticidi più utilizzati, è un erbicida che impedisce la produzione di aminoacidi essenziali nelle piante attraverso l’inibizione dell’enzima 5-enolpiruvylshikimato-3-fosfato sintasi (EPSPS) presente anche in alcuni microrganismi. Residui di glifosato sono stati rilevati nel pane d’api a concentrazioni comprese tra 52,4 e 58,4 µg/kg e nel miele a concentrazioni comprese tra 17 e 342 µg/kg . Il difenoconazolo, invece, è un fungicida inibitore della biosintesi dell’ergosterolo, inibisce la lanosterolo 14-α-demetilasi portando all’esaurimento dell’ergosterolo, che è un costituente vitale della parete cellulare dei funghi.
L’impatto dell’esposizione ai pesticidi sulla salute delle api mellifere è stato studiato attraverso un’analisi di tre marcatori comuni nella testa, nell’addome e nell’intestino medio (GST, G6PDH e LDH) e due marcatori specifici nell’intestino medio (ALP e POx). Dall’esperimento è emerso che l’esposizione ai tre pesticidi, anche a basse dosi, è in grado di alterare la funzionalità del loro intestino.
Il nostro studio mostra che l’esposizione cronica a basse dosi di imidacloprid, difenoconazolo e glifosato, individualmente e in miscela ternaria, può influenzare direttamente la fisiologia delle lavoratrici delle api, senza interrompere il loro microbiota intestinale. In particolare, le differenze tra gli effetti dei trattamenti con pesticidi erano più marcate nelle api con un microbiota povero, suggerendo che il microbiota intestinale centrale svolge un ruolo nella resilienza fisiologica delle api all’azione dei pesticidi. Tuttavia, sebbene in questo studio non sia stato osservato alcun effetto dei pesticidi sulla formazione del microbiota nelle api emergenti, è interessante notare che l’esposizione a lungo termine a pesticidi, come i neonicotinoidi, può compromettere il microbiota già stabilito nelle api più anziane.
Lo studio conferma inoltre che anche una lieve esposizione ai pesticidi può alterare direttamente l’omeostasi fisiologica delle api mellifere appena nate, in particolare gli esemplari affetti da disbiosi intestinale (ovvero con uno squilibro al microbiota, dovuto alla presenza di batteri “cattivi”).
Si tratta dell’ennesimo studio che conferma i danni causati dai pesticidi sugli insetti impollinatori. Non si salvano neanche le sostanze considerate di “ultima generazione”, fra cui il flupyradifurone, usato in vari Paesi del mondo, tra cui l’Italia. Inizialmente era stato valutato come sicuro, ma in realtà le ricerche si erano focalizzate sui potenziali impatti letali e a breve termine, ignorando che questi insetti possono essere esposti a tali pericolose sostanze anche per lunghi periodi di tempo. A lanciare l’allarme su questa sostanza è stato un team di scienziati italiani che qualche mese ha pubblicato uno studio che conferma i gravi pericoli per le api (anche a bassi livelli di contaminazione).
Fonte: Scientific Reports
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