SOS pesce spada: popolazione diminuita oltre il 70% in 30 anni

Sos pesce spada nelle acque del Mediterraneo. Il commissario europeo all'ambiente Karmenu Vella ha proposto di fissare delle quote per il pesce spada nella prossima riunione dell'ICCAT (Commissione internazionale per i tunnidi), in programma in Portogallo a metà novembre.

Sos pesce spada nelle acque del Mediterraneo. Il commissario europeo all’ambiente Karmenu Vella ha proposto di fissare delle quote pesca per il pesce spada nella prossima riunione dell’ICCAT (Commissione internazionale per i tunnidi), in programma in Portogallo a metà novembre.

Presto i pescatori dovranno limitare la cattura di pesce spada nel Mediterraneo?

Secondo il sottosegretario alle politiche agricole Giuseppe Castiglione, che ha rappresentato l’Italia nel Consiglio agricoltura e pesca in corso in Lussemburgo, il nostro Paese non è pregiudizialmente contrario alla proposta della Commissione di fissare un totale ammissibile di catture sul pesce spada nel Mediterraneo, ma occorre valutarne prima l’impatto sociale, economico, ambientale e soprattutto gestionale.

Nella riunione che si svolgerà a novembre in Portogallo, l’Italia chiederà un aumento del 20% della quota tonno oltre quella già autorizzato nel 2017.

Oceana lancia l’allarme: la popolazione del pesce spada è diminuita di oltre il 70% in oltre 30 anni di sovrasfruttamento. Occorre che un piano di recupero venga messo subito in atto, altrimenti servirà la chiusura della pesca.

Inoltre Oceana fa eco all’appello degli scienziati per un piano urgente e immediato per recuperare il pesce spada e assicurarne il futuro nel Mediterraneo. L’unica alternativa per l’Unione Europea di raggiungere l’obbiettivo prefissatosi di gestire la pesca sostenibilmente entro il 2020 è la chiusura totale della pesca al pesce spada. La popolazione di pesce spada si è ridotta di un terzo rispetto agli anni ottanta a causa di una dilagante sovrapesca e irrisolutezza politica.

“È necessario un piano di recupero per il pesce spada ora. L’UE pesca oltre il 75% di questa risorsa e ha la responsabilità di assicurarne il pieno recupero. Non c’è spazio per ulteriori giustificazioni per questo ritardo”, afferma Lasse Gustavsson, direttore esecutivo di Oceana in Europa.

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Secondo la Coldiretti, prima di prevedere qualsiasi forma di fissazione di quote per la cattura del pesce spada occorre conoscere i dati tecnico scientifici della Commissione internazionale per i tunnidi.

In base ai dati Coldiretti, dopo l’abolizione delle spadare i pescatori italiani hanno dato un fortissimo contributo alla riduzione dell’attività della pesca del pesce spada con un ridimensionamento della flotta di palangari che negli anni sono passati da 6500 unità a 3000 sino alle 900 autorizzate in base alle ultime normative.

“La fissazione di quote di cattura rischierebbe di innescare manovre speculative sul prodotto e di causare ulteriore disoccupazione in un settore che da qualche anno sta vivendo una congiuntura decisamente negativa” – aggiunge Coldiretti Impresapesca.

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Il M5S parla di 25 milioni di euro annui per quanto riguarda il valore della pesca illegale del pesce spada e teme che con le quote per la pesca del pesce spada si crei un monopolio nelle mani di pochi grandi armatori a scapito della piccola pesca.

“Oggi anche per il pesce spada ci troviamo a dover ricorrere nuovamente al ‘male estremo’ del sistema di quote già applicato al tonno rosso. Ci troviamo a constatare che il Governo, nonostante già sapesse che si andava in questa direzione, non abbia avuto la lungimiranza per agire in tempo. Chiediamo che almeno per la gestione della pesca del pesce spada sia scongiurato un sistema di quote che crei, come accaduto per il tonno, un monopolio nelle mani di pochi grandi armatori a scapito della piccola e media pesca che usa sistemi di cattura più sostenibili” – lo affermano i deputati del M5S della Commissione Agricoltura.

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Infine, il Wwf esprime preoccupazione per le sorti del pesce spada nel Mediterraneo.

“Siamo molto preoccupati per il futuro del pesce spada del Mediterraneo. Non c’è tempo da perdere. Vanno prese misure immediate per invertire il declino dello stock. Circa l’85% della flotta di pesca del pesce spada nel Mediterraneo è costituita da imbarcazioni dell’UE ed è a questa che spetta prendere l’iniziativa per garantire un futuro sicuro per questa specie iconica del Mediterraneo”, ha detto Giuseppe di Carlo, direttore della Mediterranean Marine Initiative del WWF.

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Il pesce spada del Mediterraneo è infatti stato sovra sfruttato negli ultimi 30 anni. La ‘biomassa’ dello stock di questa specie è inferiore dell’88% rispetto ai livelli considerati sostenibili. Secondo il parere della comunità scientifica, attualmente stiamo pescando il pesce spada il doppio rispetto al livello considerato sostenibile. Con sempre più frequenza i pesci vengono catturati prima che abbiano avuto il tempo di riprodursi: si tratta di esemplari sottotaglia che rappresentano fino al 70% delle catture attuali.

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Ecco le raccomandazioni del WWF:

  • Un limite alle catture totali ammissibili (TAC) per ridurre la mortalità da pesca
  • La chiusura della pesca con i palangari pelagici da ottobre a febbraio per proteggere gli esemplari giovani
  • L’istituzione di una taglia minima di conservazione in relazione alla maturità sessuale del pesce spada nel Mediterraneo, secondo i migliori pareri scientifici a disposizione
  • Maggiore monitoraggio, controllo e sorveglianza per evitare catture illegali.

In conclusione, dunque, gli stock di pesce spada hanno urgente bisogno di misure che consentano il loro recupero.

Leggi qui il rapporto di Oceana sul pesce spada nel Mediterraneo.

Marta Albè

Fonte foto: Oceana

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