La trota spietata, un pesce estinto oltre 100 anni fa riportata in vita dai biologi del Colorado Parks and Wildlife
Ancora una volta la scienza si spinge oltre, azzardando a riportare in vita gli animali estinti. Non si tratta soltanto della trama di un film di Hollywood bensì di un vero e proprio esperimento con i sui pro e contro.
Si tratta di de-estinzione, termine utilizzato per indicare il processo di creazione artificiale di un organismo appartenente ad una specie estinta. È il caso della trota spietata Greenback, un pesce delle zone nel Colorado centrale che 30 anni fa è stato dichiarato estinto. I biologi del Colorado Parks and Wildlife (CPW) sembrerebbe lo abbiano riportato in vita: infatti negli anni Sessanta e Settanta sono state scoperte alcune sottospecie di questo animale, ma in effetti la presenza della razza pura è stata riscontrata solo nel 2012 a Bear Creek, Colorado. In seguito la trota spietata si è stabilita anche in altre zone vicine e ad oggi questa specie, prima estinta, prospera autonomamente anche senza l’aiuto dei biologi.
Altro esempio è quello della tigre della Tasmania. Si tratta di un marsupiale carnivoro appartenente alla famiglia dei Thylacinidae, tipico dell’Australia, anch’esso dichiarato estinto 30 anni fa.
Una startup di biotecnologie e ingegneria genetica, la Colossal Biosciences ha dichiarato di voler de-estinguere quest’animale, recuperando il DNA da un esemplare di circa 108 anni conservato al Victoria Museum (Australia).
Tuttavia sorgono non pochi dubbi sul “riportare in vita” una specie ormai estinta da decenni: il rischio che corrono gli scienziati sarebbe quello di ristabilire la presenza di una specie estinta in un ambiente ben diverso da quello in cui viveva 100 anni prima. Questo potrebbe causare non solo danni alla specie, ma anche forti squilibri nell’ecosistema australiano.
Nel marzo del 2014, un’associazione russa di antropologi ha recuperato il sangue di un mammut da una vecchia carcassa al fine di prendere parte al processo di clonazione dell’animale.
Un altro team di ricercatori, guidato dal genetista di Harvard, George Church, ha invece apportato delle modifiche al genoma dell’elefante per renderlo resistente al freddo, aggiungendo uno strato di grasso in più.
A sostegno del progetto di de-estinzione degli animali, Church dichiara che riportare in vita i mammut estinti arginerebbe alcuni dei danni causati dal riscaldamento globale.
Fonte: Colorado Governor Polis
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