Li torturiamo e li uccidiamo solo perché non sanno come difendersi, senza renderci conto che anche gli insetti sono animali che soffrono e provano dolore
Pochi di noi pensano che anche una mosca, un’ape o una zanzara possano provare sofferenza e dolore – soprattutto se dalla nostra posizione appare così facile uccidere questi insetti o far loro del male (come, ad esempio, i bambini che torturano le mosche togliendo loro le ali o che catturano le farfalle per soffocarle fra due sottili lastre di resina).
E invece anche gli insetti, non diversamente dagli altri esseri viventi, provano dolore – come dimostrato da un recente studio condotto nel Regno Unito e pubblicato sulla rivista Proceedings of the Royal Society B. I tre ricercatori autori dello studio sono partiti dai risultati delle ricerche precedenti, che ritenevano gli insetti incapaci di soffrire.
Anche gli insetti, come gli altri animali, hanno sistemi fisiologici che reagiscono specificamente in presenza di un’esperienza dolorosa. È un processo sensoriale noto con il nome di nocicezione, ovvero l’insieme dei meccanismi che trasmettono uno stimolo fisico dall’area periferica al sistema nervoso centrale, in cui viene tradotto in esperienza sensoriale.
Non si tratta, quindi, di un semplice riflesso a uno stimolo o a un trauma, bensì di una vera e propria esperienza di dolore. In pratica, se tagliamo una zampetta a un insetto, esso percepirà dolore. La natura della percezione dolorosa varia da insetto a insetto, ovviamente, ma ciò che è certo è che la sofferenza fa parte anche del regno degli insetti, diversamente da quanto possiamo pensare.
Ma non solo: in modo analogo a quello che succede per noi esseri umani (o per altri animali), anche gli insetti hanno un meccanismo di “difesa dal dolore” che permette loro di reagire all’esperienza dolorosa nel momento in cui si trovano in una situazione di emergenza.
In pratica, la risposta dolorosa a un trauma si interrompe attraverso la produzione di neuro-peptidi nel momento in cui c’è bisogno, per esempio, di fuggire o di reagire a uno stimolo diverso.
Succede anche a noi: se sappiamo di dover fuggire dall’abitacolo di un’auto in fiamme dopo un incidente, non percepiremo il dolore lancinante della nostra gamba rotta finché non ci saremo messi in salvo – l’istinto di sopravvivenza è ciò che ci spinge a salvarci, nonostante tutto.
Alla luce di quanto emerso da questo studio, è bene riflettere un attimo sul male gratuito che infliggiamo senza pietà a mosche, zanzare, ragni e altri piccoli insetti che hanno la sola colpa di aver invaso il nostro spazio o di essere entrati nel nostro bagno.
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Fonte: Proceedings of the Royal Society
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