Israele afferma che intende vietare l’acquisto e la vendita di pellicce di animali, e questo renderebbe il paese mediorientale il primo al mondo a farlo, anche se in numerosi altre nazioni sono in ballo proposte di legge simili, di fatto ancora non applicate.
Annunciando nuove normative, il ministro per la protezione dell’ambiente Gila Gamliel ha detto che l’uso di pelle e pellicce per l’industria della moda è “immorale”.
Il suo ministero ha affermato che i permessi futuri saranno considerati solo in base a determinati criteri limitati.
Il gruppo per i diritti degli animali Peta ha “applaudito” la mossa di Israele. Fino ad ora, solo una manciata di città – negli Stati Uniti e San Paolo in Brasile – avevano vietato la vendita di tutte le pellicce di animali.
Al momento, chiunque in Israele desideri acquistare o vendere pellicce deve richiedere un permesso, ma secondo le nuove regole questo sarà consentito solo in caso di “ricerca scientifica, istruzione o per scopi religiosi o tradizione”.
È probabile che l’esenzione sia stata pensata per la numerosa comunità ultraortodossa di Israele, tra cui molti degli uomini indossano grandi cappelli di pelliccia rotondi chiamati shtreimels, che si ritiene abbiano avuto origine come usanza nell’Europa orientale.
“L’industria delle pellicce causa l’uccisione di centinaia di milioni di animali in tutto il mondo e comporta una crudeltà e una sofferenza indescrivibili”, ha affermato la Gamliel. “Utilizzare la pelle e il pelo della fauna selvatica per l’industria della moda è immorale”.
Elisa Allen, direttrice della Peta, ha elogiato Israele “per aver riconosciuto che il commercio di articoli di moda frivoli fatti con la pelliccia di animali selvatici offende i valori sostenuti da tutti i cittadini onesti”.
Chiunque venga sorpreso a infrangere la nuova legge dovrà affrontare una multa fino a circa 18.500 euro o un anno di prigione.
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