Paul Watson, l’icona della lotta anti-baleniera, ancora in detenzione: la Groenlandia estende la custodia fino al 2 ottobre

L'ex presidente della Sea Shepherd Conservation Society resta in custodia cautelare in Groenlandia in attesa di una possibile estradizione in Giappone

In una decisione che sta scuotendo il mondo dell’ambientalismo e non solo, il tribunale della Groenlandia ha prolungato la detenzione di Paul Watson, l’iconico attivista anti-baleniero, fino al 2 ottobre. Watson, 73 anni, cittadino statunitense e canadese, è in custodia cautelare in attesa di una possibile estradizione in Giappone, dove è accusato di aver ostacolato i doveri ufficiali dell’equipaggio di una nave baleniera giapponese nel 2010.

La Groenlandia, territorio autonomo della Danimarca, non ha un trattato di estradizione con il Giappone. Pertanto, la decisione finale sull’estradizione spetta al ministero della giustizia danese, che sta attualmente valutando la richiesta.

La voce di Watson dalla detenzione

Nonostante la detenzione, Watson non ha perso la sua determinazione e ha recentemente dichiarato: “Non mi arrenderò mai. Continuerò a lottare per la protezione degli oceani e delle creature che li abitano, anche se questo significa dover affrontare la prigione”.

Le sue parole risuonano con forza tra i suoi sostenitori, che vedono in lui un simbolo di coraggio e impegno nella difesa dell’ambiente. La sua detenzione ha scatenato un’ondata di proteste e appelli per il suo rilascio, provenienti da tutto il mondo.

Il futuro della lotta anti-baleniera

La sua detenzione ha riacceso il dibattito sulla caccia alle balene e sull’importanza della conservazione marina. La Sea Shepherd Conservation Society continua a operare in tutto il mondo, portando avanti la missione di Watson di proteggere gli oceani e le creature che li abitano.

La lotta per la protezione delle balene è tutt’altro che conclusa.

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