Una nuova ricerca mostra che gli animali possono reagire a suoni e parole positive o negative, suggerendo un contagio emotivo da parte loro. Ecco perché dovremmo sempre parlare in maniera dolce e calma, non solo agli esseri umani
Non possono rispondere – almeno a parole – ma ciò non significa che gli animali non sentano quello che stiamo dicendo loro. In un nuovo studio, i ricercatori dell’Università di Copenaghen e dell’ETH di Zurigo hanno scoperto che cavalli (anche selvaggi) e maiali sono in grado di distinguere tra suoni “caricati” positivamente o negativamente, compresi quelli del linguaggio umano, come evidenziato dal loro comportamento.
Gli esseri umani sono creature emotive e sociali e in alcuni casi le nostre emozioni possono sincronizzarsi con quelle delle persone con cui stiamo parlando. Se una persona è triste potrebbe in una certa misura “contagiare” con la tristezza anche il suo interlocutore, così come se è felice, rabbiosa, calma, ecc.
Questo fenomeno è noto come “contagio emotivo” o “mirroring” e può essere innescato da espressioni facciali, interazioni umane indirette e osservando il comportamento di altre persone nelle interazioni dirette e indirette.
Ebbene, le nostre emozioni possono contagiare anche gli animali, almeno alcune specie, secondo i risultati di questo nuovo studio, pubblicati sulla rivista BMC Biology.
I ricercatori volevano proprio scoprire se gli animali potessero essere in qualche modo influenzati dal contagio emotivo e per scoprirlo hanno coinvolto un gruppo di cavalli (anche selvatici), maiali e cinghiali.
Gli animali sono stati sottoposti all’ascolto di versi di animali e voci umane riprodotte da altoparlanti nascosti. I suoni sono stati riprodotti in sequenze con prima un suono caricato positivamente o negativamente, seguito da una pausa, e poi intervallato con suoni di emozioni opposte all’imput iniziale.
Al fine di evitare qualsiasi pregiudizio o ricordo di parole specifiche che gli animali potevano già conoscere, le voci umane sono state registrate da un attore professionista che ha pronunciato parole che non avevano un significato specifico ma emotivamente cariche, che trasmettevano gioia e divertimento (positivo), così come rabbia e paura (negativo).
Ebbene, come ha dichiarato la biologa comportamentale Elodie Briefer, del Dipartimento di Biologia dell’Università di Copenaghen:
I risultati hanno mostrato che i maiali e i cavalli domestici, così come i cavalli selvaggi asiatici, possono distinguere, sia quando i suoni provengono dalla loro stessa specie e da parenti stretti, sia dalle voci umane.
Ma soprattutto quello che ha evidenziato lo studio è che:
Gli animali hanno mostrato la capacità di distinguere tra voci umane caricate positivamente o negativamente. Sebbene le loro reazioni fossero più sommesse, tutti tranne i cinghiali hanno reagito in modo diverso quando sono stati esposti al linguaggio umano che era carico di emozioni positive o negative.
Ad esempio, gli animali reagivano più velocemente e con più ansia quando sentivano una voce caricata di emozioni negative e in certe situazioni sembravano addirittura rispecchiare l’emozione a cui erano esposti.
Ciò significa che:
Le nostre voci hanno un impatto diretto sullo stato emotivo degli animali, il che è molto interessante dal punto di vista del benessere degli animali. Se futuri progetti di ricerca dimostrassero chiaramente che questi animali rispecchiano le emozioni, come suggerisce questo studio, sarà molto interessante in relazione alla storia dello sviluppo delle emozioni e alla misura in cui gli animali hanno una vita emotiva e un livello di coscienza.
In pratica, secondo i ricercatori, la scoperta suggerisce che il modo di parlare e interagire con gli animali può avere molta importanza e implicazioni anche per il loro benessere. Chi vuole migliorare la vita quotidiana dei propri animali ha quindi in mano – anzi nella bocca – uno strumento importantissimo da utilizzare: parole e atteggiamenti calmi e positivi.
Ma chi come noi ama gli animali già lo immaginava, questo studio è solo la conferma di quanto sia importante parlare, esprimere e condividere emozioni positive verso qualsiasi essere vivente.
Fonte: University of Copenaghen / BMC Biology
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