Roberta De Carolis Inizia oggi di nuovo il Palio di Siena, manifestazione secolare con cavalli che corrono per il “divertimento” degli esseri umani. Ogni anno assistiamo a scene che non vorremmo vedere e come ogni anno ci domandiamo: quanta crudeltà dobbiamo ancora sopportare prima di abolire il Palio?
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Tutto “pronto” per il Palio di Siena, gara di cavalli che si svolge da secoli nel capoluogo toscano, con animali che corrono per il “divertimento” degli esseri umani. Oggi pomeriggio la corsa “ufficiale” dopo prove varie e allenamenti che con il benessere animale, francamente, hanno poco a che fare.
Non daremo informazioni su come osservare questo “spettacolo” di dubbio gusto, sperando solo di non vedere, come spesso accade, cavalli stramazzati al suolo o scene di maltrattamento come quella dello scorso anno in cui il povero Zio Frac, il cavallo che ha “vinto” la secolare competizione, è stato brutalmente frustato.
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Gli esseri umani si “divertono” da secoli a vedere lo sfruttamento di questi cavalli, incitano, fanno “allenare” gli ignari equini nella speranza di potersi vantare della vittoria della propria contrada. Ma a pagare il prezzo di questa tradizione sono ovviamente i cavalli, il cui benessere sembra importare solamente se fuoriclasse (e con qualche dubbio anche in questo caso). Dal 1975 al 2019 sono 51 gli equini morti in questa corsa della follia.
Tra queste innocenti vittime ricordiamo Raol, equino divenuto simbolo delle proteste di chi chiede di abolire questa violenta contesa. Il cavallo della Giraffa era stato abbattuto nel 2018 dopo essersi spezzato una zampa nella corsa.
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Non solo Palio di Siena
E purtroppo questa assurda tradizione non è di certo l’unica in cui gli animali vengono sfruttati, maltrattati, a volte uccisi dopo atroci sofferenze, tutto perché gli esseri umani si “divertano”. Dalla Corrida, al Toro Embolado, passando per la corsa dei tori in onore di San Firmino a Pamplona, le atrocità continuano.
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Ci domandiamo davvero quando tutto questo avrà fine.
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