Si è concluso il Palio della Granocchia, corsa tradizionale in cui i rioni si sfidano correndo con rane sulle carrette. Le associazioni sono pronte a sporgere denuncia, chiedendo che eventi di questo tipo che prevedono l'uso di animali non siano più autorizzati nel nostro Paese
Rane spaventate, poste su carriole, recuperate mentre tentano la fuga e sballottate nel tragitto fino al traguardo. È questo lo spettacolo a cui si assiste al Palio della Granocchia, manifestazione ospitata a Civitella Paganico, in provincia di Grosseto.
Per la città una festa tradizionale attesa da grandi e bambini, per le associazioni animaliste del nostro Paese un appuntamento da abolire poiché incompatibile con i criteri di benessere animale.
Il Palio della Granocchia, giunto alla sua 45° edizione, è una corsa tradizionale che si tiene la prima domenica di settembre. La sfida vede competere i quattro rioni di Civitella Paganico. Ogni rione è rappresentato da un fantino che ha a disposizione una carretta, tre rane e un giudice.
La gara inizia non appena i giudici sollevano delle scodelle in cui sono contenute le rane. Gli animali provano a scappare invano. È in quel momento che il fantino li recupera correndo per circa 300 metri per tagliare per primo il nastro.
Il Palio di quest’anno si è concluso da poco malgrado le opposizioni da parte delle organizzazioni. Tra queste vi è la LAV, Lega Antivivisezione, che già lo scorso anno aveva presentato una diffida. La competizione tradizionale del 2022 era stata annullata e si era invece svolta con rane non vive secondo quando riferito dalla LAV.
L’ASL Toscana aveva infatti espresso parere contrario allo svolgimento del Palio, riscontrando rischi per le rane. Quest’anno però l’autorizzazione dal Comune è arrivata e le rane sono tornate forzatamente in scena. La LAV promette battaglia.
Siamo pronti a sporgere denuncia contro coloro che hanno autorizzato e realizzato questo Palio. Vogliamo che vengano presi provvedimenti concreti contro chi continua a maltrattare gli animali. Esistono modi alternativi di fare spettacolo che non prevedono l’utilizzo di animali vivi e quindi la loro sofferenza” ha dichiarato l’associazione.
È inaccettabile nel XXI secolo continuare a sfruttare gli animali per il nostro divertimento.
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Fonte: LAV
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