Palchi dei cervi, perché non dovresti raccoglierli

Nel pieno della stagione degli amori, non è difficile imbattersi nei palchi di cervi, ma non andrebbe raccolti e cercati

La primavera, si sa, è la stagione degli amori, ma per cervi, caprioli e daini questo periodo ha inizio a fine estate per poi protrarsi fino all’autunno inoltrato. E’ caratterizzato dai cosiddetti “combattimenti” tra i vari esemplari che si sfidano non solo per dominare il territorio, ma in un vero e proprio rituale di corteggiamento in cui sono i loro palchi – erroneamente chiamati corna – ad attirare le femmine.

Conclusasi la stagione degli amori i cervi perdono naturalmente i palchi già ad inizio gennaio fino ad aprile, mentre per i caprioli questo avviene verso tra ottobre e novembre. In questo lasso di tempo negli esemplari, che si possono intravedere, presentano cicatrici e appendici nuove in fase di crescita. Queste infatti non sono corna come quelle di alcuni bovini, ma sono fatte di tessuto osseo.

Passati questi mesi, non è raro imbattersi in palchi di cervi in natura, ma se da un lato questi sono molto ornamentali nonché redditizi e la loro caduta – così come la loro ricrescita – è indolore per gli animali, andare appositamente in cerca delle appendici di cervi, caprioli e daini è sbagliato e vi spieghiamo il perché. 

I palchi che i cervi e simili perdono si trovano nelle aree in cui gli animali scelgono di riposare ed entrare volontariamente in queste a caccia delle appendici causa nell’animale dei fortissimi livelli di stress con delle conseguenze gravi sul loro stato di salute. Molti cervi spaventati dalla vista degli umani fuggono impauriti e digiunano forzatamente fino a che non sono sicuri che il pericolo sia passato, ma fin quando ciò non avviene l’animale può anche perire poiché le energie di cui dispone sono molto basse e devono essere usate con cautela dopo l’impegnativa stagione degli amori.

Inoltre “nel tardo inverno la fauna selvatica attinge alle ultime riserve di grasso e ha dunque urgente bisogno di luoghi indisturbati dove ritirarsi” come specifica l’Ufficio federale dell’ambiente UFAM della Svizzera.

Nel nostro paese solamente la Regione Piemonte vieta la ricerca e la raccolta di palchi di cervidi dal 1 gennaio al 31 marzo secondo la legge regionale n.25 che punisce i trasgressori con sanzioni amministrative dai 200,00 a euro 1.200,00, mentre dal 31 marzo in poi consente la raccolta solamente su autorizzazione.

Su tutto il restante territorio nazionale non vi sono invece norme che la regolamentano, ma poiché questa usanza nuoce agli animali in una delle stagioni più delicate per la fauna selvatica non dovremmo portarla avanti. Ci sono del resto tante attività da fare nella natura che non fanno del male all’ambiente e ai suoi abitanti anche perché spesso non ci rendiamo conto che, allontanandoci dai sentieri, entriamo nell’habitat di un altro animale e non sappiamo cosa ciò comporti per lui e per i suoi simili.

Fonte: Ufficio federale dell’ambiente UFAM

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