Sabrina Del Fico L'annuncio è stato dato dai responsabili dello Zoo di Atlanta, che hanno espresso con messaggi affettuosi tutta la loro tristezza
@ZooAtlanta/Instagram
L’annuncio è stato dato dagli stessi responsabili dello Zoo di Atlanta, ma a nulla servono i loro messaggi fintamente affettuosi. Sicuri che tenere un animale in cattività per quattro decenni sia stata la scelta giusta?
61 anni di cui due terzi passati in uno zoo: dice addio a questa terra Ozzie, il gorilla maschio più anziano del mondo. Occhioni imbronciati e ciuffetto più chiaro in testa, la sua è stata una vita passata quasi interamente in cattività, a far finta di spegnere candeline ai suoi compleanni su torte giganti davanti agli occhi di adulti e bambini.
Ad annunciarlo sono stati i guardiani dello Zoo di Atlanta, negli Stati Uniti. È qui che il gorilla ha sempre vissuto e ora si cercano le causa della sua morte. Pare che da qualche giorno il gorilla aveva smesso di alimentarsi e presentava sintomi strani come uno strano gonfiore facciale e debolezza. Così, è stata pure disposta un’autopsia, che sarà effettuata nei prossimi giorni.
Nato nel lontano 1961, Ozzie era stato trasferito nello zoo negli anni ’80 e da allora aveva vissuto sempre in cattività (era attualmente l’unico esemplare ancora in vita di quella generazione originale portata nello zoo dal progetto del Ford African Rain Forest). Lascia una stirpe di figli, nipoti e pronipoti: alcuni di questi vivono attualmente nello zoo di Atlanta (la figlia Kuchi e i figli Kekla, Stadi e Charlie; i nipoti Lulù, Andi e Floyd), altri hanno trovato casa in altri zoo accreditati negli Stati Uniti e in Canada.
Si tratta di una perdita devastante per lo Zoo Atlanta. Anche se sapevamo che questo momento sarebbe arrivato un giorno, quell’inevitabilità non fa nulla per arginare la profonda tristezza che proviamo per aver perso una leggenda, chiosa Raymond B. King, Presidente dello zoo.
Tralasciando però un particolare: Ozzie è stato chiuso in uno zoo per quarant’anni. A spegner candeline davanti ai bambini.
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Fonte: Zoo Atlanta
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