I ricercatori documentano centinaia di otarie “strozzate” da reti da pesca e lenze in Sud Africa, lo studio e le immagini shock

Molti degli animali che restano intrappolati nelle reti dei pescatori sono cuccioli o esemplari giovani che rischiano di morire soffocati

Moltissimi degli animali che restano intrappolati nelle reti dei pescatori sono cuccioli o esemplari giovani, e le lenze usate per pescare strette ai loro colli rischiano di soffocarli.

Lenze e reti da pesca stanno minacciando profondamente la sopravvivenza dell’otaria orsina del Capo (Arctocephalus pusillus pusillus, nota anche come otaria orsina sudafricana e otaria orsina australiana), uno dei più comuni mammiferi marini osservabili lungo le coste del Sud Africa e della Namibia.

Per fortuna, non si tratta (ancora) di una specie a rischio di estinzione: i numeri dei membri delle comunità sono incoraggianti in tutte le aree in cui questo animale è presente. Tuttavia, l’inquinamento da plastica e, in particolare, la presenza di accessori usati per la pesca, stanno causando ferite terribili a questi animali che possono risultare in una morte lenta e dolorosa.

È quanto emerge dai primi risultati di uno studio sul territorio (ancora in corso) iniziato nel 2018 allo scopo di indagare l’impatto dell’inquinamento sugli esemplari di otaria orsina in Namibia. Il progetto ha coinvolto l’Università di Stellenbosch, i ricercatori del Namibian Dolphin Project e dell’associazione Ocean Conservation Namibia. I ricercatori dell’università hanno monitorato i tassi di intrappolamento degli animali causati da reti da pesca e altri accessori per pescare, mentre i volontari dell’associazione Ocean Conservation Namibia si sono occupati attivamente di salvare gli animali intrappolati, liberandoli dalle reti e curando le loro ferite.

Otaria orsina

@ Namibian Dolphin Project

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Lo studio ha dimostrato che un alto numero di animali rimasti intrappolati è rappresentato da cuccioli o esemplari giovani, che spesso finiscono con una lenza da pesca stretta attorno al collo. I tassi di intrappolamento sono di 1 ogni 500 animali (una proporzione simile a quella osservata in altre due colonie di otarie orsine osservate a Walvisbaai e a Cape Cross, sempre in Namibia). Dei 347 animali intrappolati registrati dai ricercatori fra il 2018 e il marzo 2020, solo 191 sono stati salvati e sono sopravvissuti.

Una volta intrappolati, questi animali vanno incontro a un futuro incerto e molto doloroso – spiega la dottoressa Tess Gridley, co-direttrice del Namibia Dolphin Project. – Trovare cibo diventa molto più difficile, le ferite provocate dalle reti da pesca possono diventare profonde e debilitanti, e in molti casi provocano la morte. L’inquinamento da plastica, e soprattutto gli accessori per la pesca dispersi in mare, hanno un impatto enorme sull’ecosistema marino: è necessario un cambiamento nella politica, come ad esempio lo stanziamento di incentivi per raccogliere le reti disperse, ma anche l’utilizzo di materiali alternativi alla plastica.

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Fonte: Marine Pollution Bulletin

Stellenbosch Univeristy

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