Orso Stefano: taglia di 2000 euro sui colpevoli. Avvelenato o ucciso a fucilate?

2000 euro di ricompensa per chi fornirà informazioni utili ad identificare gli autori dell'uccisione dell'orso "Stefano", l'orso marsicano trovato morto domenica scorsa sul versante molisano del Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise. A offrire la somma è la Lega Antivivisezione (Lav), che chiede indagini veloci ed efficaci sul motivo e sull'autore del decesso.

2000 euro di ricompensa per chi fornirà informazioni utili ad identificare gli autori dell’uccisione dell’orso “Stefano”, l’orso marsicano trovato morto domenica scorsa sul versante molisano del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. A offrire la somma è la Lega Antivivisezione (Lav), che chiede indagini veloci ed efficaci sul motivo e sull’autore del decesso.

Chiediamo alla Procura della Repubblica competente ed alle Forze di Polizia, in primo luogo al Corpo Forestale dello Stato, che chi ha compiuto quest’atroce gesto sia identificato con indagini veloci ed efficaci, mediante stringenti accertamenti tecnici, anche con il coinvolgimento dell’Istituto di medicina forense veterinaria di Grosseto, mediante l’autopsia dell’orso e l’esame dei proiettili” dice la LAV.

I COLPEVOLI. Gli autori dovranno rispondere del reato di uccisione di animale con crudeltà ex art 544 bis Codice penale.”Oltre a ciò, dovranno rispondere anche del reato di furto venatorio di cui agli artt. 624, 625 n. 7, del Codice Penale, in relazione alla teoria giurisprudenziale della sussistenza del reato di furto aggravato ai danni dello Stato in caso di illecita apprensione di fauna selvatica da parte di persona sprovvista di licenza di caccia (Corte Suprema di Cassazione, IV Sezione Penale, Sentenza n. 34352 del 27/5/2004)” aggiunge l’avv. Carla Campanaro, responsabile dell’Ufficio legale della LAV.

Massimo Vitturi, responsabile LAV Caccia e Fauna selvatica al Ministero dell’Ambiente, chiede di potenziare controlli e tutela delle specie protette, garantendo risorse adeguate al Parco: “chiediamo inoltre che il recepimento della Direttiva 2008/99/ce del Parlamento Europeo sulla tutela penale dell’ambiente, che chiedeva agli Stati membri sanzioni efficaci per chi uccide specie protette, sia riformulato inserendo nel Codice penale una specifica ipotesi delittuosa che preveda sanzioni adeguate, tra cui certamente il carcere e la revoca permanente del porto d’armi nonché l’interdizione dallo svolgimento di qualunque attività che preveda l’uso di animali, per chi commette tali atrocità”.

LE INDAGINI. Non sono ancora chiare, intanto, le cause che hanno provocato la morte di Stefano. L’animale, un maschio di circa 10 anni in ottime condizioni fisiche, è stato rinvenuto nel comune di Castel S. Vincenzo (IS), nel versante molisano del Parco, alle pendici del Monte Marrone, su segnalazione di un escursionista. Sul posto sono intervenuti gli agenti del Corpo forestale dello Stato, il personale veterinario del Parco e della Asl di Isernia, supportati dalle Guardie del Parco.

L’orso, era privo di marchi auricolari ma dall’esame di caratteristiche morfologiche oltre che dalla successiva lettura del microchip è stato possibile ricondurlo all’esemplare di nome “Stefano” che in diverse occasioni era stato avvistato anche al di fuori dei confini dell’area protetta del Parco. L’orso è stato recuperato e trasportato presso la Facoltà di Medicina Veterinaria di Teramo e l’Istituto Zooprofilattico di Teramo per accertare le cause della morte.

AVVELENAMENTO O FUCILATE? Dall’esame radiografico della carcassa del plantigrado sono stati evidenziati due proiettili, di cui uno nella regione cranica e l’altro a livello dell’articolazione scapolo-omerale (quest’ultimo sembrerebbe piuttosto datato e quindi non responsabile della causa di morte) oltre a diversi pallini sparsi lungo tutto il corpo. L’esame autoptico, effettuato a distanza di poche ore, non ha però ancora definito con certezza la causa di morte dell’animale.

E c’è chi sospetta l’avvelenamento, anche perché nella zona, qualche anno fa, furono diversi gli esemplari di orso morti avvelenati, insieme a una quindicina di lupi. Sono in corso, vista la gravità del fatto, accertamenti più approfonditi che potrebbero essere rilevanti per ricostruire la dinamica dei fatti. In campo da ieri anche il Nucleo Cinofilo Antiveleno del Corpo forestale dello Stato, che sta perlustrando l’area proprio per scongiurare questa seconda ipotesi. Per il momento il rastrellamento operato nella zona ha portato al ritrovamento di una volpe, apparentemente priva di segni di predazione, e di alcuni pezzi di carne sparsi che saranno sottoposti ad accertamenti necroscopici e tossicologici.

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