Gli orsi polari si stanno riducendo molto rapidamente e la loro estinzione potrebbe essere più vicina di quanto pensiamo. Lo rivela una nuova ricerca condotto dall'Università della California Santa Cruz in collaborazione con l'US Geological Survey
Gli orsi polari si stanno riducendo molto rapidamente e la loro estinzione potrebbe essere più vicina di quanto pensiamo. Lo rivela una nuova ricerca condotto dall’Università della California Santa Cruz in collaborazione con l’US Geological Survey.
Secondo lo studio, gli animali stanno affrontando una crescente lotta per trovare cibo a sufficienza per sopravvivere mentre i cambiamenti climatici trasformano costantemente il loro habitat.
Il nuovo studio mostra che gli orsi polari hanno tassi metabolici più elevati di quanto si pensasse in precedenza e un numero crescente di orsi non è in grado di catturare abbastanza prede per soddisfare i propri bisogni energetici.
Pubblicata oggi su Science, la ricerca rivela i meccanismi fisiologici alla base delle diminuzioni osservate nelle popolazioni di orsi polari.
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“Abbiamo documentato il declino dei tassi di sopravvivenza dell’orso polare, delle condizioni del corpo e della popolazione nell’ultimo decennio”, ha detto il primo autore Anthony Pagano dottore di ricerca della UC Santa Cruz. “Questo studio identifica i meccanismi che stanno guidando questi declini guardando ai reali bisogni energetici degli orsi”.
Pagano, che è anche biologo della fauna selvatica per l’USGS, ha condotto lo studio come parte del proprio dottorato di ricerca, collaborando con Terrie Williams e Daniel Costa, entrambi professori di ecologia e biologia evolutiva.
I ricercatori hanno monitorato il comportamento, il successo della caccia e il tasso metabolico degli orsi polari adulti senza cuccioli mentre cacciavano sul ghiaccio marino del Mare di Beaufort in primavera. Degli speciali colletti high-tech sugli orsi hanno registravato video, posizioni e livelli di attività per un periodo da 8 a 11 giorni, monitorando anche la quantità di energia consumata dagli orsi.
I tassi metabolici erano in media superiori di oltre il 50% rispetto a quanto avevano previsto gli studi precedenti. Cinque dei nove orsi nello studio avevano anche perso parte della massa corporea (fino a 20 kg durante un periodo di studio di 10 giorni), il che significa che non stavano catturando abbastanza prede ricche di grassi per soddisfare le loro richieste di energia.
Tutto ciò è accaduto da aprile a luglio, quando gli orsi polari catturano la maggior parte delle loro prede e mettono su gran parte del grasso corporeo necessario per tutto l’anno.
Cosa c’entrano i cambiamenti climatici?
Il loro ruolo purtroppo è di primo piano. Il riscaldamento globale sta provocando lo scioglimento del ghiaccio marino artico, costringendo gli orsi polari a percorrere distanze maggiori per assicurarsi il cibo e a spendere più energia durante l’estate, digiunando fino a quando il ghiaccio ritorna sulla piattaforma continentale in autunno.
In altre zone, come la Baia di Hudson, la maggior parte degli orsi si sposta sulla terra quando il ghiaccio marino si ritira. Lì, il riscaldamento artico mostrai propri effetti all’inizio dell’estate. Il ghiaccio torna in autunno, costringendo gli orsi a trascorrere più tempo a terra.
“In ogni caso, è una questione di quanto grasso possano accumulare prima che il ghiaccio inizi a sciogliersi, e quindi quanta energia devono spendere“, ha detto Pagano.
I ricercatori dell’USGS studiano gli orsi polari del Mare di Beaufort sin dagli anni ’80. La loro stima più recente della popolazione indica che il numero è diminuito di circa il 40% negli ultimi 10 anni.
“Abbiamo scoperto che gli orsi polari in realtà hanno esigenze energetiche molto più elevate del previsto, hanno bisogno di catturare molti animali”, ha detto.
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Orsi affamati, deperiti. Non è una novità ma adesso arriva la conferma da parte della scienza. E la loro scomparsa potrebbe essere ancora più vicina.
Francesca Mancuso