Papillon e M57, i due orsi tenuti prigionieri da mesi al centro faunistico Casteller di Trento, sono stati castrati mesi fa
Brutte notizie dal Casteller di Trento. All’interno della fortezza si trovano rinchiusi da mesi l’orso M49, conosciuto anche come Papillon, il giovane esemplare, M57. Tempo fa vi avevamo mostrato le angoscianti immagini del posto che ha l’aspetto di una vera e propria prigione, con piccole gabbie di cemento e acciaio. Ma adesso c’è anche un’altra triste novità che riguarda i due orsi tenuti prigionieri: M49 e M57 sono stati anche castrati lo scorso aprile. A rivelarlo è il quotidiano online Il Dolomiti, venuto in possesso di un rapporto dei carabinieri del Cites che lo scorso giugno si sono recati nel centro per un’ispezione.
Dalla relazione emergono alcuni miglioramenti relativi alle condizioni di vita degli orsi, ma a cui risulta davvero difficile credere.
“È stato altresì riferito che la segnalata situazione di stress psicofisico che interessò gli orsi in data 10 settembre 2020, in conseguenza della forzata stabulazione dei soggetti in spazi ristretti, è stata risolta grazie anche alla ristabilita stabulazione esterna successivamente all’ultimazione dei lavori di adeguamento strutturale ultimati ai primi di maggio circa” si legge nella relazione, come riportato sulle pagine del quotidiano di Trento.
L’esistenza al Casteller non può essere definitiva vita per i poveri orsi
Negli scorsi mesi Casteller sono stati realizzati anche altre due gabbie. “sebbene nella limitatezza degli spazi disponibili che non consente di offrire un ambiente in grado di soddisfare le esigenze ecologiche degli orsi, appaiono comunque migliorativi sotto il profilo del contenimento del rischio di fughe” spiegano i carabinieri. Fino alla scorsa primavera insieme a Papillon e a M57 c’era anche Dj3, figlia dell’orsa Daniza (l’esemplare ucciso brutalmente nel 2014 con dei narcotici dopo la cattura). Ma all’inizio di maggio Dj3 è stata trasferita in un parco zoo in Germania.
Tuttavia, nemmeno i carabinieri dei Cites sono stati in grado di fornire un bilancio completo sulle effettive condizione dei poveri orsi reclusi nel centro faunistico.
“Al di là dell’avvistamento di uno dei due soggetti non è stato possibile condurre valutazioni ed osservazioni approfondite utili a definire lo stato di salute degli esemplari detenuti” chiariscono.
Ma non è difficile immaginare come si sentano i due animali, strappati dal loro habitat naturale e costretti a vivere in un ambiente grigio e angusto, spesso e volentieri sedati e maltrattati come hanno rivelato le relazioni relative a precedenti ispezioni. Basta guardare le inquietanti scene documentate qualche mese fa dal collettivo Assemblea Antispecista per capire che quella di Papillon e il giovane orso M57 non può essere definita vita. Li rivogliamo liberi senza se e senza ma!
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Fonte: Il Dolomiti
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