Per colpa dei cambiamenti climatici gli orsi grizzly stanno variando sempre più la loro alimentazione, una scelta vegetale obbligata che non fa sperare in nulla di buono. A stabilirlo è un nuovo studio pubblicato sull’ Accademia Nazionale delle Scienze (PNAS).
Per colpa dei cambiamenti climatici gli orsi grizzly stanno variando sempre più la loro alimentazione, una scelta vegetale obbligata che non fa sperare in nulla di buono. A stabilirlo è un nuovo studio pubblicato sull’ Accademia Nazionale delle Scienze (PNAS).
Cosa sta succedendo all’orso bruno? A causa del riscaldamento globale, le temperature mettono a rischio la sua sopravvivenza anche se per adesso per fortuna il grizzly non è in pericolo. Nel 1975, quando era scattato l’allarme estinzione, erano rimasti solo 136 esemplari.
Oggi, l’orso “Yoghi” arriva anche a un numero di 700, ma ricordiamo che il bracconaggio nelle aree dei parchi continua a rappresentare una minaccia, assieme alla morsa dei cambiamenti climatici che hanno ripercussioni sugli animali e sull’ambiente.
Anche se lì parlavamo di orsi polari, l’immagine di un esemplare rimasto solo su una lastra di ghiaccio che si restringe sempre di più è diventata negli ultimi anni, il simbolo delle conseguenze del clima.
La situazione è drammatica anche per i grizzly tanto che, secondo questo studio, esattamente sta succedendo agli orsi polari anche gli orsi bruni dell’America del nord stanno cambiando la loro dieta procacciando bacche di sambuco o uova di uccelli al posto del salmone pescato nei torrenti, sicuramente cibi non in grado di compensare la loro dieta tradizionale ricca di grassi e lipidi.
In pratica, con il caldo le bacche maturano prima del solito, mentre diminuisce la disponibilità di salmone, di cui gli orsi sono ghiotti predatori. Cosa succede dunque? Mentre prima questi animali facevano riserva di salmone per sopravvivere al letargo e poi pronti per addormentarsi si saziavano con le bacche, adesso la situazione è molto diversa.
Il cibo non basta più per sfamare tutti e non ci sono prove che un’alimentazione diversa sia benefica per la loro salute, anzi. Gli orsi, costretti in questo modo a prolungare i mesi di digiuno e di scarso apporto calorico rischiano di essere denutriti e meno sani.
In pratica, secondo gli scienziati gli orsi mangiano una volta al giorno immagazzinando più cibo possibile, finisce così che trovando più facilmente le bacche, si accontentano di quelle. Come si legge nello studio, durante la calda estate del 2014 gli orsi che solitamente avrebbero mangiato fino al 75% del salmone, in realtà erano tutti riversati vicino alle piante.
Una situazione che potrebbe influenzare tutto l’ecosistema, gli scienziati hanno scoperto, infatti, che per i cambiamenti climatici gli orsi perdono anche 10 chili di peso e sono visibilmente in condizioni di salute più precarie.
Dominella Trunfio
Foto cover: AMI VITALE/BARCROFT MEDIA