Un esemplare di Caretta caretta è stato ucciso in un modo macabro nel porto di Barletta. Qualcuno ha legato a una pinna della tartaruga marina un macigno e ha poi gettato l'animale in mare per farlo affondare e morire. Il suo corpo è stato ritrovato a galla con ancora la corda attorno alla pinna
Un macigno ancorato con forza a una pinna e poi il lancio dell’animale in mare affinché questo non potesse riaffiorare in alcun modo, affondando in agonia. Così qualcuno ha provato a uccidere un esemplare adulto di Caretta caretta, una specie protetta in via di estinzione nei nostri mari.
Una crudeltà inspiegabile, un gesto che va oltre l’immaginazione avvenuto nei giorni scorsi nel porto di Barletta. Il corpo della tartaruga marina è stato ritrovato a galla senza vita con ancora la corda legata attorno alla pinna. Viste le dimensioni la tartaruga avrà lottato con tutte le sue forze per liberarsi da quel cappio, ma a nulla è servito.
Ricordiamo instancabilmente che le tartarughe marine che finiscono nelle reti da pesca vanno segnalate, recuperate e…
Posted by Centro Recupero Tartarughe Marine WWF Molfetta on Wednesday, October 26, 2022
Il Centro Recupero Tartarughe Marine WWF Molfetta ha rinvenuto il corpo dell’animale e denunciato l’accaduto, condividendo questa macabra storia sui social. Gli esperti ricordano che le tartarughe marine che “finiscono nelle reti da pesca vanno segnalate, recuperate e consegnate ai centri recupero di zona”.
Non si spiega il perché di questo comportamento disumano volto a procurare dolore e sofferenza a un animale così inerme. Questo episodio, come tantissimi altri in cui animali di ogni specie e dimensione finiscono vittime delle barbarie umane, ribadisce (ancora una volta) l’urgenza di inasprire le pene per chi si macchia di tali crimini contro natura.
Nel nostro Paese l’uccisione e il maltrattamento di animali sono purtroppo ancora i maggiori reati commessi come evidenziato nel rapporto Zoomafia 2022 della LAV. (Leggi anche:Zoomafia: i 7 maggiori crimini contro gli animali che in Italia continuano ad aumentare)
Fonte: Centro Recupero Tartarughe Marine WWF Molfetta/Facebook
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