Iniziata l’Operazione Cervo Italico per salvare il “principe dei boschi”: restano appena 300 esemplari nella nostra penisola

Il cervo italico, che attualmente vive solo nelle foreste del Ferrarese, rischia di sparire per sempre dal nostro territorio. Ma adesso una maxi operazione sta provando a salvare questi splendidi mammiferi: trasferiti i primi 20 esemplari nei boschi calabresi

Notizie rincuoranti per il futuro del meraviglioso cervo italico. Proprio in questi giorni è stato rilasciato in un’area protetta della Calabria un primo nucleo di 20 esemplari appartenente alla sottospecie autoctona italiana. L’obiettivo? Salvare questi affascinanti mammiferi, che rischiano di sparire per sempre dalla nostra penisola. Gli ultimi esemplari – circa 300 – ad essere sopravvissuti vivono a Riserva Naturale Statale “Bosco della Mesola”, in provincia di Ferrara, in condizioni di isolamento genetico.

Purtroppo, il loro avvenire è incerto per il rischio di consanguineità, di possibili modificazioni dell’habitat o possibili epidemie. Per tentare di invertire la rotta nell’ambito Operazione Cervo Italico sono stati portati i primi 20 esemplari di Cervus elaphus italicus nel Parco Naturale Regionale delle Serre e nelle Riserve naturali circostanti della Calabria.

Quella che si è conclusa è solo la prima fase di un progetto ben più ampio, nato dalla sinergia di diversi enti e istituzioni: i Carabinieri della Forestale, i gestori della Riserva Naturale Bosco della Mesol, il Parco Naturale Regionale delle Serre, l’Università di Siena, riferimento scientifico del progetto, il WWF Italia come coordinatore operativo, DREAM Italia, ente di studi faunistici con elevata esperienza nella gestione degli ungulati, l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Lazio e Toscana e il Dipartimento di Scienze Mediche Veterinarie dell’Università Alma Mater Studiorum di Bologna.

Cosa prevede l’Operazione Cervo Italico

A marzo, dopo le delicate operazioni di cattura, i cervi italici sono stati trasferiti in tutta sicurezza a oltre mille chilometri di distanza, nel Parco Naturale Regionale delle Serre, la cui biodiversità è stata arricchita. Gli esemplari trasportati sono sottoposti ad un intenso monitoraggio tramite l’utilizzo di collari satellitari, che permettono la verifica degli spostamenti, dei tassi di sopravvivenza e di riproduzione, e delle eventuali cause di mortalità.

L’Operazione Cervo Italico prevede la cattura e il rilascio nella nuova area identificata di almeno 20 individui per anno, fino al 2025.

Per non interferire con le fasi più delicate del ciclo biologico della specie, il rilascio avverrà ogni anno all’interno della finestra temporale compresa tra i mesi di novembre e marzo. – spiega il WWF – Nei prossimi mesi verranno svolti incontri pubblici presso i comuni dell’area protetta del Parco Naturale Regionale delle Serre, con l’intento fornire informazioni ai cittadini in merito alle operazioni in corso e al valore della specie per la biodiversità locale ed italiana.

Una speranza per il futuro del cervo italico (che rischia di sparire)

L’operazione in corso si pone l’ambizioso fine di scongiurare l’estinzione  di una sottospecie del tutto unica, nota come il “principe dei boschi”. Infatti, tutti i cervi presenti nel resto della penisola sono cervi europei (Cervus elaphus hippelaphus) introdotti in Italia a partire dal secondo dopoguerra e oggi in progressiva espansione.

In passato questi animali abbondondavano nelle nostre foreste. Ma negli ultimi decenni sono andati incontro ad un allarmante declino a causa dello stravolgimento dei loro habitat e della caccia. Come anticipato, soltanto circa 300 esemplari sono riusciti a sopravvivere nella foresta planiziale della Mesola, in passato riserva di caccia degli Estensi.

Qui grazie alle azioni di tutela garantite dal Corpo Forestale dello Stato (ora Carabinieri Forestale), che gestisce l’area, questa sottospecie è riuscita a salvarsi dall’estinzione. A oltre 30 anni dall’operazione cervo sardo, lanciata dal WWF per salvaguardare un’altra sottospecie di cervo – Cervus elaphus corsicanus (che oggi è passata da poche centinaia a quasi 10.000 individui), l’augurio è che gli sforzi possano portare ad un risultato altrettanto roseo e soddisfacente per il principe dei boschi!

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Fonte: WWF 

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