Dodo, piccione migratore, moa gigante: sono solo alcuni degli uccelli scomparsi per sempre a causa dell'azione umana. Un nuovo studio, guidato dall’ecologo Tom Matthews dell'Università di Birmingham, lancia l'allarme sulle conseguenze ecologiche di questa perdita di biodiversità
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Ci sono animali che diventano simboli della natura che va scomparendo, come il Dodo, un volatile incapace di volare che abitava l’isola di Mauritius prima di essere portato all’estinzione dall’uomo, e per giunta in appena ottant’anni dal primo avvistamento da parte dei marinai olandesi.
Ma il Dodo, seppur famoso, è solo uno dei tanti uccelli che abbiamo perso a causa dell’intervento umano. Un nuovo studio pubblicato su Science rivela che ben 610 specie di uccelli sono scomparse negli ultimi 130.000 anni, gran parte delle quali nell’era della diffusione globale dell’Homo Sapiens. E il ritmo delle estinzioni sta accelerando.
Dunque, cosa significa la scomparsa di questi uccelli per il nostro Pianeta e per noi? E perché dovremmo preoccuparci? Quando una specie si estingue, con lei spariscono interi meccanismi naturali che regolano gli ecosistemi di cui anche noi facciamo parte.
Una crisi aviaria di lunga data
Per molti di noi, l’estinzione sembra un concetto distante, relegato ai documentari sui dinosauri. Ma in realtà, non solo siamo nel pieno di un’estinzione di massa, ma ne siamo i protagonisti. L’arrivo degli esseri umani in nuovi ecosistemi è spesso segnato dalla scomparsa delle specie locali, e gli uccelli sono stati particolarmente vulnerabili.
Lo studio guidato dall’ecologo Tom Matthews dell’Università di Birmingham fa luce su questa crisi aviaria. Le isole sono state i principali teatri delle estinzioni aviarie, luoghi in cui uccelli incapaci di volare, come il Dodo e il maestoso moa della Nuova Zelanda, sono stati spazzati via dall’arrivo dei predatori portati dall’uomo (ratti, gatti e cani) e dalle attività di caccia .
L’impatto è profondo: queste specie rappresentano oltre 3 miliardi di anni di storia evolutiva, che non torneranno più.
Funzioni ecologiche
Ma perché dovremmo preoccuparci tanto della perdita di questi uccelli? Semplice: gli uccelli non sono solo carini e colorati, sono ingranaggi fondamentali per il funzionamento degli ecosistemi. Ecco solo alcune delle funzioni che gli uccelli svolgono:
- Dispersione dei semi: gli uccelli frugivori mangiano i frutti e, spostandosi da una zona all’altra, disperdono i semi, garantendo la rigenerazione delle foreste e di altri habitat naturali;
- Controllo dei parassiti: molti uccelli si nutrono di insetti, contribuendo a tenere sotto controllo le popolazioni di parassiti che potrebbero danneggiare le piante o trasmettere malattie;
- Riciclaggio dei nutrienti: cccelli necrofagi come gli avvoltoi sono indispensabili per ripulire il territorio da carcasse di animali, contribuendo così al ciclo dei nutrienti.
L’ecologo Tom Matthews ha spiegato che la perdita di queste funzioni ecologiche, come la dispersione dei semi, sta già avendo effetti devastanti in luoghi come le Hawaii e Mauritius, dove quasi tutti gli uccelli frugivori autoctoni si sono estinti . Le conseguenze? Specie vegetali che dipendevano da questi uccelli sono ora a rischio, innescando estinzioni secondarie a catena. In parole semplici: meno uccelli significa meno biodiversità e un ecosistema meno resiliente.
Le isole: epicentri di estinzioni
Le isole, in particolare, sono state il centro nevralgico di queste perdite. A causa del loro isolamento geografico, gli uccelli che si evolvono su isole spesso non sviluppano difese contro i predatori terrestri, poiché non ne incontrano nella loro evoluzione. L’arrivo dell’uomo ha cambiato tutto. Gli uccelli incapaci di volare, come il Dodo a Mauritius o il moa in Nuova Zelanda, erano facili prede per i nuovi predatori introdotti dall’uomo, come ratti e gatti .
Le isole, con le loro dimensioni ridotte e la fragilità dei loro ecosistemi, non riescono a sostenere una rapida trasformazione ambientale, e la perdita di una singola specie può sconvolgere l’intero equilibrio ecologico. Mauritius, dopo l’estinzione del Dodo, ha visto ridursi drasticamente la dispersione dei semi di alcune specie di alberi, portando queste ultime a rischio estinzione .
Uccelli persi, ecosistemi alterati
Tra le storie più recenti di estinzioni aviarie c’è quella del Kauaʻi ʻōʻō, un uccello canterino hawaiano che è stato dichiarato estinto solo lo scorso anno. Le sue melodie appartengono ormai solo ai vecchi archivi sonori, e con la sua scomparsa non è andata persa solo una specie, ma un pezzo di storia culturale e un’importante funzione ecologica .
Un altro esempio drammatico è la perdita del piccione migratore del Nord America, una volta così abbondante da oscurare il cielo durante le sue migrazioni. Ma la caccia indiscriminata ne ha decretato la fine: l’ultimo esemplare, di nome Martha, è morto nello zoo di Cincinnati nel 1914. Oggi possiamo solo immaginare lo spettacolo che offrivano quei cieli pieni di ali, ormai vuoti.
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