Anche l’Olanda dice stop alla bollitura di aragoste e granchi ancora vivi

Un altro Paese verso il divieto di bollire vivi granchi, aragoste e polpi destinati alla ristorazione, poiché causa di dolore e sofferenze

Un altro Paese verso il divieto di bollire vivi granchi, aragoste e polpi destinati alla ristorazione, poiché causa di dolore e sofferenze per gli animali

Il Ministro dell’Agricoltura olandese, Carola Schouten, ha proposto in Parlamento il divieto di bollitura di aragoste e granchi ancora vivi – una pratica purtroppo ancora diffusa nel settore della ristorazione, che rappresenta una tortura atroce per gli animali coinvolti.

La proposta di legge implica l’obbligo per i ristoratori di uccidere gli animali prima di cucinarli. Fino a che la proposta non diventerà legge, Schouten invita chef e ristoratori ad agire autonomamente, risparmiando ai crostacei almeno la sofferenza di essere bolliti vivi. Molti cuochi già procedono all’uccisione degli animali prima di procedere con la cottura, magari con un punteruolo o con un coltello, ma purtroppo c’è ancora chi cucina in modo tradizionale e quindi doloroso per gli animali.

La decisione è arrivata in seguito ai risultati di un recente studio britannico che ha dimostrato come questa barbara pratica produca dolore e sofferenza in granchi, aragoste e polpi – considerati come esseri senzienti e inseriti dal governo britannico fra le categorie protette dalla legislazione sulla tutela degli animali.

Dove è vietato bollire aragoste vive

Malgrado lo studio venga dal Regno Unito e i crostacei siano una categoria protetta, in questo Paese la pratica di bollire vivi i crostacei non è ancora vietata: attualmente, gli unici Paesi europei che hanno imposto un divieto per legge alla pratica sono Svizzera, Norvegia e Austria. Anche in Italia la pratica è legale, ciò che è vietato è solo il trasporto dei crostacei in casse di ghiaccio tritato o immersi acqua gelida, a favore dei trasporti in casse di acqua salata, ovvero “in condizioni quanto più vicine possibile al loro ambiente naturale”. Prima che si arrivi ad un divieto europeo o addirittura mondiale, purtroppo, potrebbero volerci anni.

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Fonte: NL Times

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