A Città del Messico è in corso un conflitto giudiziario per interrompere le corride, nuovamente autorizzate nell'arena cittadina. Giudici e animalisti si sono espressi favorevolmente alla sospensione dei barbari spettacoli, ma non tutti la pensano allo stesso modo
Dopo due anni di stop, a Città del Messico è tornata la corrida. La decisione di interrompere il divieto che impediva lo svolgimento di spettacoli a Plaza Mexico, la più grande arena del mondo teatro di indicibili atrocità, ha lasciato tutti esterrefatti.
Lo scorso 28 gennaio la prima corrida è stata organizzata e si è conclusa con il solito e barbaro bagno di sangue mentre gli animalisti protestavano per far sentire le proprie ragioni.
Da allora è in corso una battaglia legale, che denota quanto le amministrazioni messicane considerino la corrida in maniera diametralmente opposta. Ma cosa è successo esattamente nei giorni scorsi a Città del Messico?
La corrida è stata sospesa provvisoriamente per decisione del giudice Sandra de Jesús Zúñiga del quinto distretto, che ha vietato il loro svolgimento nel quartiere di Benito Juárez. Qui si trova l’arena.
La sospensione non ha avuto vita lunga perché la situazione si è ribaltata nel giro di un paio di giorni. Un giudice ha presentato ricorso in favore della corrida, dando nuovamente ai club di tauromachia l’autorizzazione alla corrida.
L’opinione pubblica e quella delle alte cariche appare più che mai spaccata in due. Per alcuni la corrida è folklore da proteggere, per altri una forma di tortura da abolire perché in contrasto con le leggi di protezione animale del Paese.
Le manifestazioni sono proseguite in occasione delle corride celebrative del 4 febbraio. Un fiume di persone si è riversato per le strade di Città del Messico al grido di “la tortura no es cultura“. Eventi anche in altre località in Messico e non.
La crueldad no debe ser una tradición. 🚫🐂 En pleno siglo XXI, las corridas de toros siguen siendo un acto brutal que…
Posted by ANIMAL HEROES on Friday, January 5, 2024
Lo slogan è stato ripreso anche dall’illustratore Hola Sorbe, che ha disegnato un toro morente trafitto dalle banderillas e dalle spada che gli ha dato il colpo di grazia.
Di fronte a immagini come queste bisogna davvero chiedersi come si faccia a considerare la corrida una tradizione. Come si possa incitare a torturare un animale fino alla morte, sovvenzionando il suo massacro e la sua inutile sofferenza.
La corrida è una pratica sadica e abominevole e non dovrebbe essere legale oggigiorno.
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