Diverse meduse a pois sono state osservate nelle acque della Sardegna, nel Golfo di Olbia. Si tratta di una specie invasiva segnalata lungo le coste sarde nel 2009 e da allora ormai relativamente comune
Nel corso delle attività di monitoraggio delle acque relative al progetto Strategia Marina, nel Golfo di Olbia delle singolari meduse sono state avvistate dai tecnici del Dipartimento di Sassari e Gallura dell’Arpa Sardegna, affiancati dalla Capitaneria di Porto. Tratto distintivo la presenza di macchie biancastre simili a tanti minuscoli pois sul loro ombrello.
La specie in questione è la Phyllorhiza punctuata, una medusa che non è affatto tipica dei nostri mari, ma che lo sta diventando sempre più. Lo dimostra anche l’abbondanza di esemplari di questa specie documentata nel corso del mese di settembre.
L’animale marino è una medusa di medie-grandi dimensioni. Basti pensare che può raggiungere anche i 60 cm di diametro. La medusa è originaria dell’oceano Pacifico occidentale dove è distribuita in acque temperate. Si crede sia arrivata nel Mar Mediterraneo passando attraverso il Canale di Suez oppure venendo introdotta nelle nostre acque in maniera accidentale.
I primi avvistamenti della specie aliena nel Mediterraneo risalgono al 1965 lungo le coste israeliane. Anni dopo sono seguiti avvistamenti nelle acque dell’isola greca di Lefkada dal 2005 in poi.
In Sardegna la medusa a pois sarebbe stata invece segnalata per la prima volta nell’anno 2009. Da allora sempre più Phyllorhiza punctuata sono state viste in area mediterranea e lungo le coste sarde dove la popolazione di medusa a pois sembra essersi ormai stabilita.
La medusa a pois è caratterizzata da otto braccia, ogni braccio ha 3 rami e filamenti trasparenti più lunghi. Si nutre in prevalenza di plancton, uova di pesci e larve di invertebrati competendo con la fauna locale. Non desta però particolari preoccupazioni per i bagnanti risultando infatti poco o per niente urticante.
Le indagini dell’Arpa sulle specie alloctone, le cosiddette NIS Non-indigenous species, sono state svolte nelle zone interessate maggiormente dal traffico navale internazionale e andranno avanti per stimare l’impatto di questa medusa e delle altre specie invasive nelle acque sarde.
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Fonti: Arpa Sardegna – CSMON-Life
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