Non sono una cimice, sono un miride (e sono alleata preziosa di orti e coltivazioni)

Assomigliano alle cimici che tutti conosciamo, condividendo un posto nello stesso ordine, ma sono altri insetti. Ecco a voi i miridi, piccoli insetti impiegati talvolta nella lotta biologia nei campi

Appartengono all’ordine dei Rhynchota – lo stesso delle cimici – sono insetti cimicomorfi, ma non confondiamoli con le prime. I miridi sono piccoli insetti molto particolari, diffusi in tutto il mondo.

Sono distribuiti in ogni continente con le loro migliaia di specie. Basti pensare che ne esisterebbero quasi 10.000. Sono insetti di piccole dimensioni, misurano tra i 2 e i 5 mm e occasionalmente possono raggiungere anche i 10 mm di lunghezza.

Hanno un corpo oblungo, con un torace a forma di trapezio. Il loro colore varia dal marrone al verde con sfumature più o meno vibranti. Gli occhi sono grandi e sporgenti, le antenne visibilmente lunghe, le zampe sottili.

Sorprendenti, invece, le loro ali, che in genere sono sviluppatissime. I miridi sono insetti molto mobili, capaci di sfuggire in un batter d’occhio all’uso di trattamenti nei campi. Prediligono ambienti diversi, ma è molto comune incontrarli nei luoghi in cui abbondano le piante erbacee spontanee.

Una tra queste è l’inula viscosa, pianta comune nel Mediterraneo che cresce in prossimità di campi e strade. Proprio questa pianta attira miridi del genere Macrolophus come il M. melanostoma oppure il M. pigmaues.

Il genere Macrolophus è diffuso in area mediterranea, ma da segnalare vi è anche il Nesidiocoris tenuis, altro miride tipico delle stagioni calde.

I miridi si nutrono delle parti molli delle piante, foglie, frutti, semi, ma non tutti questi insetti sono da considerarsi dannosi per i raccolti. Tutto dipende dal tipo di alimentazione dei miridi.

Esistono infatti miridi fitofagi, che si nutrono cioè di organismi vegetali, e miridi zoofagi, che predano altri animali come gli afidi. I miridi possono essere alleati di orti e coltivazioni, controllando in maniera naturale le popolazioni di parassiti.

Un esempio è proprio il Nesidiocoris tenuis, che si ciba di mosche bianche, parassiti delle piante, ma anche del lepidottero Tuta absoluta.

Questi miridi vengono impiegati per la lotta biologica o per la lotta integrata in agricoltura, assieme a interventi (come la creazione di siepi) che accolgono i cosiddetti insetti “utili”. Saranno loro a regolare la distribuzione di organismi nocivi nei campi secondo le leggi della natura.

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Fonti: Regione Emilia-Romagna

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