Non siamo pezzi di plastica, ma nastri di uova: siamo stati deposti nella sabbia da un mollusco

Hai mai visto sulla spiaggia questi particolarissimi "pezzi" che ricordano la gomma? Si trovano in questo periodo dell'anno e non sono plastica per quanto la ricordino molto, ma le uova di un mollusco chiamato Neverita josephinia

Passeggiando sul bagnasciuga ti sarà forse capitato di riconoscere uova di razza o di squalo ma hai mai visto dei pezzi semicircolari simili alla gomma e dai bordi ondulati? Assomigliano a uno dei (troppi) rifiuti che purtroppo ritroviamo sulle nostre spiagge, ma a differenza di questi di artificiale e plastico non hanno un bel nulla.

Sono le uova di un gasteropode distribuito lungo le coste mediterranee e in prevalenza lungo l’Adriatico. Il suo nome è Neverita josephinia, conosciuto anche come natica. Probabilmente questi termini non ti diranno niente, ma scommettiamo che almeno una volta hai visto la sua conchiglia, che ricorda molto quella di una chiocciola.

Da aprile a giugno possiamo trovare le uova della Neverita josephinia sulla spiaggia. Sono centinaia ammassate in nastri sabbiosi davvero particolari e, come per altre specie, appaiono distanti dalla concezione che ciascuno di noi ha delle uova.

Gli ammassi di uova sono unistratificati, disposti all’interno di un nastro semicircolare lungo circa 6 cm e largo 3, con il margine inferiore ondulato, costruito da sabbia agglutinata da un muco secreto dall’animale stesso, spiega precisamente la pagina Scienze naturali.

A primo sguardo non è facile distinguerle, ma basta osservarle in controluce e le cose cambiano.

Il gasteropode preferisce fondali bassi fino a circa 10 metri di profondità, vive sotto la sabbia dove si ciba di altri molluschi. Si muove alla ricerca di prede e non appena ne trova una, si aggrappa a questa perforando la sua conchiglia con dei movimenti rotatori della radula (struttura dentata presente all’interno della bocca) e si nutre dell’animale al suo interno.

Uno delle tracce distintive della sua predazione sono infatti quei forellini che troviamo su alcune conchiglie. L’artefice è proprio la Neverita josephinia.

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