Dal 1° ottobre i mufloni che vivono fuori dal Parco dell’Arcipelago Toscano potranno essere uccisi dai cacciatori. Ma, come sottolineato dalla LAV, il via libera agli abbattimenti rappresenta un fatto gravissimo e porterebbe a un danno irreparabile alla biodiversità
Nuova condanna a morte per i mufloni che vivono sull’isola del Giglio. La loro vicenda è rimbalzata su diversi giornali lo scorso anno, il Parco dell’Arcipelago Toscano, aveva deciso di abbatterli poiché rientrano fra le specie non autoctone considerate invasive. All’epoca dei fatti, per fortuna grazie alla mobilitaziojne delle associazioni LAV e WWF, le uccisioni sono state sospese e decine di esemplari sono già stati messi in salvo e trasferiti in luoghi sicuri.
Ma gli altri 37 mufloni che non vivono all’interno dell’area protetta hanno i giorni contati, visto che la Regione Toscana ha dato il via libera al piano venatorio che prevede l’abbattimento di questi animali a partire dal 1° ottobre.
Una decisione crudele e assurda contro cui si stanno scagliando gli attivisti della LAV, sottolineando che il piano non tiene conto del recente lavoro scientifico – apparso sulla rivista Diversity – in cui i mufloni vengono descritti comeportatori di un patrimonio genetico particolarmente prezioso perché riconducibile alla popolazione sarda (dalla quale i mufloni del Giglio in effetti provengono).
“Considerando che il muflone sardo è rigorosamente protetto dalla Legge nazionale sulla fauna selvatica, a differenza di quello “continentale” che è purtroppo specie cacciabile, e visto che da marzo la biodiversità di cui i mufloni specie protetta fanno parte è protetta addirittura dalla nostra Costituzione all’articolo 9 comma 3 abbiamo inviato una diffida legale urgente alla Regione Toscana, perché cancelli subito ogni ipotesi di uccisione degli animali presenti sull’isola del Giglio fuori dai confini del Parco” sottolinea Massimo Vitturi, responsabile LAV, Animali Selvatici.
L’uccisione dei mufloni porterebbe a un danno ecologicamente irreparabile
Come evidenziato dalla LAV, il via libera alle doppiette dei cacciatori potrebbe rappresentare un atto di illegalità (oltre che un danno ecologicamente irreparabile), se si considera che per chi uccide un solo muflone sardo sono previste sanzioni penali con arresto da tre mesi a un anno e un’ammenda che può arrivare a circa seimila euro.
Alla luce di ciò, la LAV ha inviato una diffida anche all’Ambito Territoriale di Caccia Grosseto 7, in modo che i cacciatori siano informati dei potenziali rischi giudiziari ai quali andranno incontro.
“Chiediamo con forza al Presidente Giani e all’Assessora Saccardi di fermare subito i cacciatori, siamo certi che non vogliano essere ricordati come i responsabili dell’estinzione di una popolazione di mufloni unica al mondo, contribuendo così a danneggiare irrimediabilmente la peculiare biodiversità del nostro Paese ” conclude la LAV.
Il nostro augurio è che l’appello della LAV non resti inascoltato e che la Regione Toscana faccia marcia indietro, risparmiando la vita ai poveri mufloni.
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Fonte: LAV
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