Le mosche carnivore sono appena tornate in Francia, erano considerate estinte da oltre un secolo

In Francia, con grande sorpresa degli esperti, sono tornate le mosche carnivore, note anche come mosche dell'avvoltoio barbuto. Non erano più state avvistate nel Paese dal 1836

@Fédéric Azémar/Parc national des Pyrénées

Era considerata ormai estinta da oltre un secolo, esattamente dal 1836, ma di recente la mosca carnivora ha fatto nuovamente la sua apparizione in Francia e il suo ritorno ha sorpreso gli esperti. La specie in questione prende il nome di Thyreophora cynophila, ritenuta la prima mosca ad essere portata all’estinzione dagli esseri umani.

Questi insetti, neri con la testa arancione brillante, sono stati identificati lo scorso febbraio da un guardiano del Parco nazionale dei Pirenei, impegnato nella sorveglianza della valle dell’Ossau. L’uomo si è accorto della loro presenza sulla carcassa di un cinghiale, che si trovava ad ad un’altitudine di 1.700 metri.

https://www.facebook.com/parcnationaldespyrenees/posts/pfbid02zmZz1hVwftq4kW7wEe9inUqBmGQ1VhC2w9eVEjPKyciVPqD7GDrLHW48w7FzDcyjl

Gli avvistamenti più recenti di queste rare creature – conosciute anche con il nome di mosche dell’avvoltoio barbuto – risalgono al 2010 in Spagna, mentre in Francia non erano più state viste dalla metà dell’800.

La mosca dell’avvoltoio barbuto è particolarmente attiva in inverno, il freddo non sembra infastidire le sue larve che si nutrono di carcasse in decomposizione nella neve – spiega lo staff del parco francese – I resti in putrefazione dei grandi mammiferi, selvatici o domestici, fanno parte del loro menu preferito.

Dal 2018 l’entomologo Laurent Pelozuelo, docente presso l’Università Paul Sabatier di Tolosa va alla ricerca di questi insetti per studiarli da vicino. E adesso lui ed altri esperti ne approfitteranno per scoprire qualcosa di più su queste misteriose creature.

A tal proposito il Parco nazionale dei Pirenei ha chiesto ai cittadini di fare delle segnalazioni e scattare delle fotografie in caso di avvistamento.

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Fonte: Parc national des Pyrénées