Si è conclusa nel peggiore dei modi la vicenda dell'orsa F43. L'animale è morto nella notte in Trentino durante la cattura per la sostituzione del radiocollare. E no, non possiamo definirlo un semplice incidente...
Epilogo drammatico per la giovane orsa F43, che da tempo veniva monitorata fra i boschi del Trentino per i suoi numerosi avvicinamenti agli esseri umani. Il povero animale è morto la scorsa notte in val di Concei, polmone verde della Valle di Ledro, durante l’operazione di sostituzione del radiocollare che gli era stato applicato nel luglio del 2021.
Dalle prime ricostruzioni, è emerso che l’orsa è deceduta a seguito della posizione errata assunta nella trappola a forma di tubo usata per catturarla, nel momento in cui l’anestetico ha fatto effetto. Del tutto inutili i tentativi di rianimale il plantigrado. Per F43 non c’è stato nulla da fare, la morte è stata immediata.
clus”La necessità di monitorare in modo intensivo soggetti problematici e di cercare di modificarne il comportamento può comportare incidenti come quello occorso, dati i rischi intrinseci in operazioni delicate, condotte spesso in contesti e condizioni ambientali non facili” fanno sapere dall’ufficio stampa della Provincia di Trento.
Per noi quanto accaduto non può essere definito un semplice incidente. È solo l’ennesimo fallimento di una gestione errata dei plantigradi da parte delle istituzioni del Trentino, che in più occasioni hanno preferito le catture e gli abbattimenti di questi animali, invece puntare a favorire la convivenza fra orsi ed esseri umani.
Per un orso vivere in questo territorio può trasformarsi in un incubo o addirittura in una condanna a morte. Sono diversi gli esemplari – da M49 (ribattezzato Papillon) a M57 – che nel corso degli anni sono stati catturati e imprigionati nel centro faunistico del Casteller perché colpevoli di essersi comporati da orsi.
L’Enpa chiede di fare chiarezza sulla gravissima vicenda
“Un fatto gravissimo”: così Carla Rocchi, Presidente nazionale dell’Enpa, ha commentato la morte della giovane orsa F43 nel corso della cattura. L’associazione ha fatto sapere di aver già attivato l’ufficio legale per accertare le responsabilità di questa morte definita “inutile e crudele”.
F43 non era solo una sigla ma una giovane orsa, nel pieno della propria capacità riproduttiva, che nei suoi 4 anni di vita non aveva mai dimostrato alcuna aggressività verso le persone. – sottolinea Carla Rocchi – Uccisa dall’anestetico durante un’azione presentata come routinaria, era una “sorvegliata speciale”, solo perché aveva imparato dove trovare cibo facile, rappresentato dai rifiuti non opportunamente conferiti in bidoni antiorso, oppure dagli apiari o dai pollai non adeguatamente protetti”.
Enpa farà quanto necessario per far emergere eventuali responsabilità e per assicurarci che chi ha sbagliato paghi. Ci stiamo già attivando per appurare i fatti, conoscere la verità e far emergere eventuali trascuratezze, perché per noi ogni vita è importante. E’ inaccettabile che invece di imparare a convivere in armonia con l’ambiente, godendo della presenza di una specie affascinante, continuiamo a perseguitare questi animali, patrimonio indisponibile dello Stato
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Fonte: Provincia autonoma di Trento
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