I corpi di altri tre delfini sono stati trovati spiaggiati sulle coste toscane, facendo salire a 31 il numero degli esemplari morti dall'inizio dell'anno
Altri tre delfini sono stati trovati morti in Toscana, facendo salire a 31 il numero di esemplari deceduti dall’inizio di quest’anno.
Durante la giornata di ieri una stenella è stata rinvenuta all’Isola del Giglio, mentre i corpi senza vita di due tursiopi sono stati recuperati lungo le coste di Bibbiona e Livorno.
I nuovi decessi si vanno ad aggiungere agli altri 28 avvenuti dall’inizio del 2019: 13 tursiopi, 12 stenelle, 1 capodoglio e 2 esemplari che non è stato possibile identificare a causa dello stato avanzato di decomposizione.
Secondo dati diffusi da Arpat, l’Agenzia regionale per la protezione ambientale toscana, ogni anno si spiaggiano 18 esemplari sulle coste Toscane e di questi il 20% viene trovato in buone condizioni.
Quest’anno invece, solo nell’ultimo mese si sono verificati ben 11 spiaggiamenti, 9 dei quali hanno riguardato il tursiope.
Ieri alri tre #delfini morti. Due tursiopi, a @ComunediLivorno e Bibbona, e una stenella all’Isola del Giglio. Nella tabella l’andamento degli spiaggiamenti 2008-2018. Su Arpatnews il punto della situazione https://t.co/pfa8MjAwhX pic.twitter.com/KuPq5ArZm3
— ARPAT (@arpatoscana) July 30, 2019
Sebbene i numeri dei decessi ad oggi non siano ancora allarmanti, si tratta comunque di cifre elevate e desta preoccupazione il fatto che le morti si verifichino nell’arco di pochi giorni e che stiano riguardando prevalentemente la specie dei tursiopi.
I veterinari dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Pisa stanno dunque indagando sulla causa di queste morti, al momento sconosciute. Sono stati prelevati campioni di organi e tessuti degli esemplari per le analisi patologiche, verificare l’eventuale presenza di batteri e virus e controllare il contenuto dello stomaco per analizzare la dieta e ricercare eventuali materiali plastici all’interno dello stomaco che potrebbero aver ucciso gli animali.
In attesa dei risultati, che arriveranno tra qualche settimana, l’Osservatorio regionale sorveglierà come di consueto l’area a tempo pieno per monitorare la situazione.
Grazie alla collaborazione di Arpat, Direzione Marittima, Università di Siena, diverse associazioni ambientaliste e oltre 60 partner pubblici e privati nessuno spiaggiamento sfugge più alla rete di monitoraggio ed è quindi possibile tenere sotto controllo il fenomeno.
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Tatiana Maselli