A Caldonazzo (Trento), si sta registrando in questi giorni una moria di api più estesa del solito. Si tratta di avvelenamento da pesticidi
Il problema della moria di api a causa dei pesticidi è lontano dal risolversi, come testimonia questo ultimo fatto avvenuto a Caldonazzo in provincia di Trento. Qui gli apicoltori stanno segnalando una moria sospetta di api e il Wwf Trentino segnala negli insetti i sintomi tipici dell’avvelenamento da pesticidi.
Diverse api negli ultimi giorni sono state trovate morte e in preda alle convulsioni a Caldonazzo. Una situazione che sembra essere più seria e grave di quella dello scorso anno, almeno a detta degli apicoltori locali.
Come ha raccontato Francesco Mezzo, apicoltore di Pergine a Il Dolomiti:
“Purtroppo succede spesso anche se quest’anno il problema si è presentato in maniera ancora più evidente del solito. Una volta finita la fioritura del melo, c’è quella del Tarassaco, il dente di cane, sul quale spesso si posano le api. A causa della siccità, attualmente gran parte della fioritura del dente di cane si concentra nelle zone irrigate, quindi nei campi, principalmente quelli di viti, di ciliegio e di melo. Di norma, poi, a fine fioritura i meli e i ciliegi vengono trattati con alcuni insetticidi. È necessario però prendere determinate accortezze”.
Accortezze, come ad esempio quella di sfalciare i prati, fare il trattamento fuori dalla zona di volo delle api e quando non c’è vento. Precauzioni che però, evidentemente, non sono state prese (almeno da alcuni agricoltori).
Ecco allora che le api attirate dal tarassaco finiscono avvelenate e presentano una serie di terribili sintomi: la lingua si ripiega verso l’esterno, si muovono in maniera scoordinata e in alcuni casi vengono agitate dalle convulsioni, inoltre perdono l’orientamento e non riescono più a far ritorno al proprio alveare.
Una morte assicurata e crudele!
Il Wwf Trentino comunque specifica in un post su Facebook che:
“Non si intenda quanto segue per ciò che non dovrebbe essere, cioè un attacco alla categoria degli agricoltori. Lo si intenda come occasione per discutere del problema, che oggettivamente è noto e che può essere risolto”.
Fonti: Il Dolomiti / Wwf Trentino
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