Gli esseri umani che insegnano agli ibis eremita come tornare a migrare

Da 15 anni il progetto EU "Life Northern Bald Ibis" si occupa di insegnare agli ibis eremiti a migrare attraverso l'Europa: vi raccontiamo la storia di questa iniziativa e com'è andata quest'anno

Gli ibis eremiti stanno tornando in Italia. Il loro viaggio ha avuto inizio lo scorso 11 agosto nel cuore dell’Europa, in Germania e Austria, dove questi uccelli dal piumaggio nero e dal lungo becco adunco vivono in colonie create dall’essere umano.

Questi uccelli sono minacciati dall’estinzione e non esistono esemplari che vivano al di fuori della cattività. Tuttavia è all’attivo un progetto, finanziato con fondi della Comunità Europea, che prevede il reinserimento in natura dell’ibis eremita.

Ecco perché ogni anno gli ibis vengono materialmente accompagnati durante la loro migrazione dagli stessi esseri umani che si sono occupati di loro all’interno delle aree protette in cui sono nati e che con fatica si sono guadagnati la loro fiducia.

Come l’essere umano insegnò all’ibis a migrare

È incredibile l’inventiva di alcuni esseri umani nel tentare di riparare ai danni che altri esseri umani hanno inflitto all’ambiente e agli animali. Da quindici anni a questa parte, ogni anno si svolge la “migrazione a guida dell’uomo”.

In pratica, il progetto dell’Unione Europea LIFE Northern Bald Ibis accompagna ogni anno gli ibis eremiti durante la loro migrazione dal centro del continente fino a Orbetello, in Toscana, dove gli uccelli trascorrono il periodo invernale prima di tornare autonomamente a casa, in primavera.

Le mamme adottive degli uccelli (o i papà adottivi) viaggiano a bordo di veicoli ultraleggeri a motore, accompagnando gli ibis nel loro viaggio nei cieli d’Europa, quasi come fossero maestre che accompagnano i loro alunni in gita scolastica.

Le immagini e i video di questo evento, che si svolge ormai dal 2007, sono commoventi e toccano il cuore. Nonostante tutto, nonostante tutto il male che abbiamo fatto e continuiamo a fare al Pianeta, gli animali continuano ad affidarsi a noi e si lasciano condurre in volo con fiducia cieca.

I giovani ibis (hanno solo cinque mesi) sono nati in cattività all’interno di uno zoo e sono stati separati subito dalla loro madre naturale affinché si affezionassero alle “madri” umane in grado di mostrare loro la strada per le regioni più miti. Insomma, dopo averne provocato l’estinzione circa quattro secoli fa e pur continuando a distruggere il loro habitat naturale, proviamo a ridare una speranza di futuro all’ibis eremita.

I numeri del progetto

Dalla sua nascita, il progetto “LIFE Northern Bald Ibis” ha dato un contributo significativo alla reintroduzione di una popolazione autosufficiente selvatica e migratoria dell’ibis eremita nell’Europa centrale, con tre colonie stabilite in Austria (Kuchl) e Germania (Burghausen e Überlingen sul lago di Costanza).

Inoltre, si è registrato un sensibile aumento della popolazione degli ibis sia all’interno delle colonie nidificanti e che all’interno dei gruppi di uccelli che migrano verso il nostro Paese grazie all’aiuto della migrazione guidata dall’uomo.

È la prima volta che, nel nostro continente, si è tentata la ricostruzione “da zero” di una popolazione di uccelli migratori attraverso la creazione una nuova tradizione migratoria e utilizzando i pulcini delle colonie degli zoo. I promotori dell’iniziativa non escludono che, visto il successo del progetto LIFE, si possa tentare una simile impresa anche con altri uccelli migratori.

Le tappe di quest’anno

Quest’anno gli ibis sono arrivati nel nostro Paese, più precisamente a Collepietra (Bolzano), il 24 agosto: si trattava di una colonia di 29 giovani uccelli accompagnati da due “mamme adottive”. L’ingresso in Italia è stato rallentato per alcuni degli uccelli che hanno fatto marcia indietro tornando in Austria (sono stati seguiti a vista da una delle mamme, che ha provveduto a riportarli sulla rotta giusta).

Successivamente lo stormo ha fatto tappa a Sarego, in provincia di Vicenza, prima di riprendere il volo al di sopra della catena montuosa degli Appennini, alla volta della Toscana. Non ci sono stati ulteriori intoppi nella seconda parte del viaggio, che ha portato il gruppo a Lugo (in provincia di Ravenna).

Da Lugo lo stormo è poi ripartito, nel pomeriggio del 3 settembre, per un volo record durato più di sei ore e mezza, che ha portato gli uccelli alla loro destinazione finale – ovvero l’Oasi di svernamento di Orbetello (Grosseto). Ecco il momento dell’atterraggio immortalato in questo video:

Ora le mamme adottive si tratterranno qualche settimana insieme agli ibis all’interno dell’area protetta, per permettere ai giovani animali di ambientarsi al nuovo habitat, prima di lasciarli al loro inverno toscano. A primavera, gli ibis sapranno ritrovare certamente la strada di casa.

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Fonti: LIFE Northern Bald Ibis / Waldrapp

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