“La mia terra è ora di proprietà dei leoni”: i Masai offrono rifugio alla fauna selvatica del Kenya

In Kenya 240 allevatori Masai hanno messo a disposizione i loro terreni per un progetto che aiuta le specie selvatiche a recuperare il loro habitat

I Masai ci danno una grande lezione di convivenza con gli animali selvatici

Un gruppo di 240 allevatori Masai in Kenya ha deciso di utilizzare parte dei loro terreni per un progetto importante: ridare habitat alla fauna selvatica locale, fatta di elefanti, gnu e leoni.

I terreni degli allevatori Masai all’interno della riserva nazionale Masai Mara sono diventati un’ancora di salvezza per tutte quelle specie selvatiche particolarmente vulnerabili che continuano a subire un declino del loro habitat e di conseguenza della loro stessa popolazione.

Secondo la Kenya Wildlife Conservancies Association, infatti, il Kenya ha perso il 70% della sua fauna selvatica negli ultimi 30 anni.

L’anno scorso, un team di ricerca dell’Università di Groningen, ha esaminato i dati relativi ad oltre 40 anni in cui sono emersi chiaramente gli effetti negativi dell’aumento dell’attività umana lungo il confine tra Mara e Serengeti. L’ecosistema Mara-Serengeti a cavallo tra Kenya e Tanzania è uno degli ecosistemi più grandi e più protetti al mondo, che si estende su circa 40.000 km quadrati.

I ricercatori hanno scoperto che le aree confinanti con il Mara-Serengeti hanno registrato un aumento del 400% della popolazione umana negli ultimi dieci anni, mentre le popolazioni di fauna selvatica più grandi nelle aree chiave della parte keniota sono state ridotte di oltre il 75%.

Michiel Veldhuis, autore principale dello studio dell’Università di Groningen, ha concluso:

“È urgente ripensare il modo in cui gestiamo i confini delle aree protette per poter conservare la biodiversità. Il futuro dell’area protetta più iconica del mondo e la sua popolazione umana associata potrebbero dipendere da questo”.

Dato che gli insediamenti umani attorno alla riserva nazionale kenyota stavano spingendo ulteriormente il loro bestiame nelle aree protette, si è reso necessario pensare ad un modello di tutela in grado di frenare questo squilibrio tra uomo e natura e, nella regione del Mara, oltre 14.000 proprietari terrieri hanno abbracciato l’idea di formare alcune riserve (attualmente 15) che offrono quasi 142.000 ettari di rifugio agli animali selvatici.

Come funziona

I proprietari di terreni identificano un operatore turistico disposto a creare una zona di safari all’interno dell’area prescelta, con il vantaggio di avere a disposizione uno spazio che offre una maggiore concentrazione di animali selvatici, perfetto quindi per chi vuole vedere le specie tipiche della savana nel loro habitat naturale.

Anche i proprietari della terra hanno ovviamente dei vantaggi. Come ha dichiarato, Daniel Ole Sopia, amministratore delegato della Maasai Mara Wildlife Conservancies Association:

“La conservazione paga. Il denaro pagato ai proprietari terrieri che hanno affittato la loro terra per la conservazione della fauna selvatica è in media $ 7,5 milioni all’anno”.

Il quotidiano The Guardian ha intervistato Parsaloi Kupai, Masai che riceve ogni mese un compenso per la terra che ha fornito alla “Ol Kinyei Conservancy”, denaro che investe nel bestiame e nell’educazione dei suoi figli.

La casa di Parsaloi Kupai, situata ai margini di Ol Kinyei, non è diversa da qualsiasi altra fattoria Maasai: capanne di forma ovale con un tetto quasi piatto e pareti intonacate con una miscela di acqua, fango e sterco di mucca. Al centro della fattoria c’è un recinto in cui il suo bestiame trascorre la notte, al sicuro dai numerosi predatori che vagano nella zona.

Kupai, 47 anni, e le sue due mogli vivono qui dopo aver ceduto 69 ettari di terra al progetto. Fa parte quindi dei 240 proprietari terrieri che hanno offerto i loro preziosi pascoli per salvaguardare gli animali selvatici.

“Non posso più pascolare su quella terra. – ha dichiarato indicando una collina lontana – Ora è di proprietà di elefanti, gnu e leoni”.

Un progetto che speriamo non nasconda, anche se in maniera più dolce, lo sfruttamento di questo popolo per fare spazio ai safari di lusso. Argomento di cui vi avevamo parlato qualche anno fa.

Ci auguriamo invece che stavolta si riesca a soddisfare le esigenze di animali e uomini, permettendo una convivenza armoniosa nel rispetto di tutti.

Nel frattempo il governo kenyota ha annunciato che stanzierà 2 miliardi di scellini kenioti (15 milioni di sterline) a partire dal 1° luglio per sostenere la tutela della fauna selvatica.

Come ha dichiarato Dickson Kaelo, capo della Kenya Wildlife Conservancies Association (KWCA):

“Speriamo che la fauna selvatica fiorisca. Questo accadrà se gli investimenti nei nostri parchi e riserve nazionali saranno quadruplicati e i proprietari terrieri privati ​​e le comunità locali saranno effettivamente incentivati ​​per garantire che la fauna selvatica sia percepita come un bene nazionale”.

Fonte: The Guardian

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