Il macaco ribelle che fugge dal laboratorio di ricerca

Era fuggita dalla sua gabbia, lasciandosi dietro una vita fatta di prigionia e sofferenze, non solo fisiche. Un macaco rhesus è scappato lo scorso sabato dal laboratorio del New Iberia Research Center (Nirc) di Lafayette, in Louisiana

Era fuggita dalla sua gabbia, lasciandosi dietro una vita fatta di prigionia e sofferenze, non solo fisiche. Un macaco rhesus è scappato lo scorso sabato dal laboratorio del New Iberia Research Center (Nirc) di Lafayette, in Louisiana.

La sua fuga è durata poco. L’animale infatti è stato ritrovato il giorno dopo, avvistato in un bosco nella città di New Iberia, circa 50 km a sud-est di Lafayette.

A confermarne il ritrovamento è stato lo stesso New Iberia Research Center che fa parte dell’Università della Louisiana. L’animale era stato avvistato da un cittadino, Kurt Babineaux, che ha contattato i numeri forniti dal centro di ricerca:

“La giovane scimmia macaco Rhesus è stata trovata ed è tornata al New Iberia Research Center. Ha confermato di essere in buona salute dopo un accurato esame veterinario. Il NIRC la terrà sotto osservazione veterinaria per alcuni giorni prima di riportarla nel suo gruppo sociale”.

Prima del ritrovamento, il centro di ricerca aveva fatto sapere che l’animale faceva parte di un “gruppo di riproduzione” e non presentava “alcuna malattia trasmissibile”. Tuttavia, i cittadini erano stati invitati a non avvicinarsi alla creatura perché anche se era nata presso il centro, “non era un animale domestico”.

Il NIRC è il più grande laboratorio di test sui primati della nazione. Ne ospita oltre 6.000, una delle più grandi popolazioni di scimpanzé in cattività nel mondo. Si tratta di una struttura pubblica e la sua ricerca comprende il lavoro a contratto per le società farmaceutiche e gli studi sull’epatite. Riceve inoltre milioni di finanziamenti pubblici.

Il centro di ricerca è finito spesso nel mirino delle associazioni animaliste per il presunto maltrattamento della sua popolazione di scimpanzé. Nel 2009, la Humane Society accusò lo staff di abusare fisicamente degli animali. Una video investigazione con una telecamera nascosta ha permesso di filmare le condizioni in cui si trovavano i primati.

Scimpanzé sedati, che si dondolavano su loro stessi, finendo poi per cadere tramortiti sul pavimento, scimmie colpite alla bocca e alla testa. Un ex membro dell’NIRC ha riferito ad ABC News di aver “visto ratti e topi trattati meglio”.

È possibile che la scimmia fuggita lo scorso sabato soffrisse di depressione. Rinchiusa in una gabbia, trattata come oggetto, senza alcuna via di fuga né la possibilità di vivere come invece la Natura aveva previsto. C’è da aspettarsi che prima o poi questi animali tentino di scappare.

Jane Goodall, uno dei primatologi più famosi del mondo, ha spiegato: “Oggi sappiamo che le scimmie, insieme a molti altri animali, non solo provano dolore, ma anche emozioni tra cui paura e depressione. È opinione mia che chi è coinvolto in questo tipo di ricerca sui primati debba prendere in considerazione l’utilizzo di procedure alternative che non implichino la sperimentazione su esseri intelligenti e senzienti. Questa ricerca dovrebbe essere eliminata il più presto possibile.

La fuga del weekend del macaco arriva tra la crescente rabbia per il trattamento “scioccante e inumano” delle scimmie utilizzate nella ricerca.

Le alternative non animali esistono e sono altrettanto valide. Mai più primati tenuti in gabbia come schiavi!

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Francesca Mancuso

Foto: Kurt Babineaux

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