Il lupo Claudio è stato ucciso dai bracconieri. Ad annunciarlo è il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, il suo radiocollare tagliato è stato trovato sotto un ponte a Cessapalombo, in provincia di Macerata.
Il lupo Claudio è stato ucciso dai bracconieri. Ad annunciarlo è il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, il suo radiocollare tagliato è stato trovato sotto un ponte a Cessapalombo, in provincia di Macerata.
Era riuscito a salvarsi dopo un investimento e con le cure della forestale e dei tecnici dell’ente parco, era stato rimesso in libertà.
Il lupo Claudio, grazie al suo radiocollare, era diventato un punto di riferimento nel progetto Life MircoLupo, che preserva la specie selvatica studiandone comportamenti e abitudini.
“Per mesi abbiamo seguito lupo Claudio, e grazie anche all’osservazione delle impronte e alla registrazione di immagini con trappole fotografiche, eravamo riusciti a capire, che si muoveva in modo indipendente rispetto dal suo branco. Avevamo scoperto che, negli ultimi tempi, aveva abbandonato il branco ed era alla ricerca di un nuovo territorio in cui vivere, dirigendosi verso Nord, ma la sua avventura e la nostra storia finisce dentro un fosso, sotto un ponte del Comune di Cessapalombo, alle porte del Parco Nazionale dei Monti Sibillini”, si legge sul sito.
Ma il destino ha scelto diversamente e il suo salvataggio da favola e l’emozione di tornare libero tra le montagne, sono stati spazzati via dai bracconieri.
Una doppia sconfitta, proprio in questi giorni in cui si è tornati a parlare di questi animali, dopo il famigerato Piano lupi che ne vorrebbe l’abbattimento controllato con soglia del 5%.
“Si tratta di una violenza tanto grave quanto stupida che colpisce a morte l’intelligenza e la bellezza della natura nonché la storia identitaria della nostra comunità Gli autori del fatto devono sapere che faremo di tutto per assicurarli alla giustizia”. dichiara Tommaso Navarra, presidente del Parco.
Lo stesso Navarra, dopo la morte di lupo Claudio torna a discutere delle conseguenze di un eventuale approvazione del piano di gestione del lupo.
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“Il recente dibattito politico ha dimostrato, se ve ne era bisogno, di quanto poco si conosce il reale impatto della specie sulle attività umane e quanto, piuttosto, si attribuiscono al lupo danni che sono da attribuire a cani rinselvatichiti ed ibridi”, spiega.
Secondo il presidente, la discussione dovrebbe invece spostarsi sull’approvazione di regole chiare di gestione e conduzione di cani padronali.
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“La morte di Lupo Claudio spero contribuisca almeno ad evitare un arretramento culturale che non ci possiamo permettere”, chiosa Navarra.
Lupo Claudio è l’ennesima vittima dei bracconieri e la sua perdita oltre che un danno per la specie è anche un danno scientifico.
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Più volte abbiamo ribadito che l’Italia sembra non essere più un paese per lupi, e questo succede dopo 46 anni di protezione. In questo ultimo periodo, in tanti si sono mobilitati con petizioni online #soslupo, appelli social con #cacciaunNo, raccolte firme e proteste pacifiche da parte di associazioni animaliste, ambientaliste ma anche privati cittadini.
Ma la battaglia non è ancora vinta e la morte di lupo Claudio ne è la conferma. Il Wwf ha presentato una proposta di legge per l’inasprimento delle pene a tutela della fauna selvatica protetta, proposta che è diventato il disegno di legge n. 1812 che però giace ancora nei meandri della Camera dei Deputati.
Ogni anno in Italia muoiono circa 300 lupi per colpa della caccia illegale, di trappole, bocconi avvelenati e incidenti stradali. Per questo e tanti altri motivi bisogna opporsi al Piano di gestione del lupo presentato dal ministero dell’Ambiente.
SE NON L’HAI ANCORA FATTO, FIRMA LA PETIZIONE! CLICCA QUI
Dominella Trunfio