Cinque cuccioli di lupi morti, tre maschi e due femmine, sono stati trovati morti nel Parco Nazionale d'Abruzzo, in località Opi.
Un’intera cucciolata di lupi senza vita. A Opi, nel cuore del Parco Nazionale d’Abruzzo, un luogo ameno dove tutto ci si aspetta tranne che un macabro ritrovamento, due Guardiaparco sono stati protagonisti di una scoperta che mai avrebbero voluto fare: cinque cuccioli di lupi morti, tre maschi e due femmine che erano nati da poche settimane.
Morti “tra le 10 e le 15 ore dal ritrovamento“, come dicono gli esperti del parco, i corpicini dei 5 lupacchiotti non presentavano alcun segno di violenza. Si segue, dunque, la traccia dell’avvelenamento e del più becero bracconaggio.
Tuttavia per ora l’Ente Parco preferisce non pronunciarsi sulle cause della morte e aspettare gli esiti dell’esame autoptico. Le carcasse, infatti, sono state poste sotto sequestro dai Guardiaparco e riportate a Pescasseroli da dove saranno trasferite all’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e Molise per essere sottoposte a tutti gli esami del caso.
A prima vista sembra che sulla carcassa degli animali non ci siano segni di morte violenta, ma non è da escludere, in questa zona di confine tra il Parco vero e proprio e gli allevamenti di contadini e agricoltori più volte “vittime” dei lupi, anche un atto di ritorsione da parte di qualche individuo.
Basti pensare che proprio qui in queste zone, non molto tempo fa, un esemplare adulto di lupo fu ritrovato impiccato in segno di protesta per i mancati rimborsi agli allevatori danneggiati dalle incursioni dei predatori.
Insomma, quel che è certo è che, se è anche presto per dire come abbiano perso la vita, è difficile che cinque cuccioli di lupo muoiano contemporaneamente di morte naturale.
E “se fosse morte naturale, bisognerebbe ipotizzare una qualche malattia fulminante o una particolare infezione, altrimenti è difficile spiegarsi la morte di tutti e cinque i piccoli”, spiega lo zoologo Luigi Boitani, tra i massimi esperti di lupi in Italia.
Purtroppo quella del bracconaggio è una realtà che in Italia sembra non avere fine: secondo WWF, ogni anno sono circa 300 i lupi che muoiono per mano dell’uomo e di questi, 1 su 2 muore per mano dei bracconieri a causa di lacci, trappole, esche avvelenate e colpi di arma da fuoco.
Siamo a metà 2017 e già si contano una decina di casi di bracconaggio: da lupo Claudio, ucciso ai piedi del parco nazionale dei Monti sibillini all’ultimo episodio nel quale un lupo è stato letteralmente scuoiato nel comune di Suvereto, in Toscana.
Il Wwf ha presentato una proposta di legge per l’inasprimento delle pene a tutela della fauna selvatica protetta, proposta che è diventato il disegno di legge n. 1812 che però giace ancora nei meandri della Camera dei Deputati.
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Per questo e tanti altri motivi bisogna opporsi al Piano di gestione del lupo presentato dal ministero dell’Ambiente, che nella sua forma originaria prevedeva la possibilità di derogare alla difesa del lupo, consentendone gli abbattimenti entro una soglia massima del 5%.
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Germana Carillo