Il Ministero dell'Interno apre all'abbattimento dei lupi! Con una circolare firmata dal capo di cabinetto Matteo Piantedosi, il viminale autorizza i prefetti a derogare la legge 357 del 1997 che prevede il divieto di uccidere una serie di animali selvatici, tra cui il lupo, nei casi in cui "sia stata verificata l'assenza di altre soluzioni praticabili".
Il Ministero dell’Interno apre all’abbattimento dei lupi! Con una circolare firmata dal capo di cabinetto Matteo Piantedosi, il viminale autorizza i prefetti a derogare la legge 357 del 1997 che prevede il divieto di uccidere una serie di animali selvatici, tra cui il lupo, nei casi in cui “sia stata verificata l’assenza di altre soluzioni praticabili”.
Non c’è pace, insomma, per i lupi che solo qualche settimana fa “avevano tirato un sospiro di sollievo” con la presentazione del Ministro dell’Ambiente Sergio Costa del cosiddetto Piano LUPO, una serie di azioni che mirano alla conservazione e alla risoluzione sostenibili dei conflitti per favorire la convivenza con l’uomo, ribadendo l’inutilità degli abbattimenti.
Ma ad appena 10 giorni di distanza ecco arrivare la “doccia fredda” con questa circolare che invita i commissari di Governo di Trento e Bolzano ed il Governatore della VAlle d’Aosta, qualora gli interventi di monitoraggio e messa in sicurezza del bestiame risultassero inadeguati nel dissuadere i “lupi particolarmente confidenti” e nell’assicurare la pubblica incolumità, a considerare la richiesta di una deroga all’articolo 357 del 1997 a tutela delle specie selvatiche in via d’estinzione. Insomma, un documento che apre la strada all’abbatimento del lupo, ritenuta specie protetta e da tutelare, ma considerata anche “un’emergenza” dal Ministero. Si legge nella circolare:
“È stato rilevato di recente, in alcune aree del territorio nazionale, un aumento della presenza di lupi che, avvicinandosi in branco agli abitati, provocano allarme nella popolazione ovvero causano importanti danni economici agli allevatori, attaccando ovini, caprini e talvolta bovini nelle zone di pascolo e di ricovero. […] Ne deriva l’esigenza di adottare interventi di carattere preventivo ai fini della tutela della pubblica incolumità e della salvaguardia delle attività tradizionalmente legate alla montagna, all’agricoltura e alla zootecnia, nel pieno rispetto delle regole fissate, anche a livello europeo ed internazionale, che riconoscono il valore sul piano ambientale e della biodiversità della presenza di questi grandi carnivori”.
Tuttavia:
«nel caso in cui le attività e gli interventi cui si è fatto cenno si rivelassero inadeguati ad assicurare la pubblica incolumità, si rimette alla sensibile attenzione delle SS.LL. l’eventuale coinvolgimento delle Autorità Regionali o delle Province Autonome per la richiesta di una deroga ai vigenti divieti di cui all’articolo 8 del DPR 8 settembre 1997 n. 357, secondo quanto previsto dall’articolo 11 dello stesso DPR. Una simile richiesta, valutata con il parere di ISPRA, dovrà avere carattere di eccezionalità e potrà essere considerata solo a condizione che sia stata verificata l’assenza di altre soluzioni praticabili.
La circolare è stata, come presumibile, accolta con favore dal presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti che la considera “un passo avanti per la gestione dell’emergenza. In particolare ha dichiarato:
La circolare del Ministero dell’Interno dice che per le questioni di ordine pubblico e sicurezza il prefetto stesso può chiedere al ministero dell’Ambiente la rimozione dei soggetti pericolosi. È un forte passo avanti perché si sancisce il tema della sicurezza e dell’ordine pubblico nella gestione dei lupi. Nelle prossime ore scriveremo al prefetto e chiederemo di applicare quella circolare per i casi pericolosi che ci sono in Trentino. Crediamo sia un buon risultato nella volontà di arrivare passo dopo passo ad una gestione integrata”
Ma le associazioni non ci stanno, a partire dall’ENPA che nega l’emergenza e la mancanza di criteri scientifici e univoci per stabilire quando un lupo diventi “problematico” o pericoloso, visto che in Italia non si registrano aggressioni da parte di lupi da almeno due secoli:
I lupi non rappresentano emergenza di ordine pubblico: nel 2018 – dice Eurac Reserach, in Trentino ci sono state 65 predazioni, con 76.5000 euro di indennizzo – Sono invece un preziosissimo equilibratore biologico, perché con la loro attività predatoria mantengono in equilibrio le popolazioni degli altri selvatici. Dunque, non c’è nessuna emergenza, se non quella creata ad arte per guadagnare qualche voto in più alle prossime elezioni, si legge nel comunicato dell’ENPA.
“Alla luce di questa inquietante notizia ci chiediamo quale valore potrebbe avere una circolare che sembra voler reintrodurre le uccisioni, dopo il lavoro tanto autorevole e di solide basi scientifiche portato a termine dal ministro dell’Ambiente con il nuovo Piano Lupo”.Dichiara la presidente nazionale di Enpa, Carla Rocchi
Simona Falasca