Francesca Capozzi Passata da un acquario inglese all'altro questa tartaruga verde ha vissuto in una vasca per tutta la sua esistenza. Sono più di 80 anni che "vive" in cattività. In molti hanno chiesto che quest'animale marino venisse trasferito in un santuario dove poter trascorrere serenamente tutto il tempo che le rimane
@fedbul/123rf.com
80 anni in cattività, tutti trascorsi in piccole vasche confinate negli acquari del Regno Unito. Prima il London Zoo, poi il SeaLife di Blackpool e infine quello di Brighton, l’acquario più antico del mondo. È dal 1940 che questa tartaruga verde di nome Lulu è detenuta in cattività.
Appena nata è stata strappata dal suo habitat per essere venduta a una agenzia pubblicitaria per un spot televisivo. Dallo schermo sarebbe finita poi reclusa negli acquari. In natura le tartarughe verdi nuotano per migliaia di chilometri, ma Lulu può solo immaginare come sia viaggiare tra le onde del mare.
La sua vasca, piccola con illuminazione artificiale e rumori di ogni genere, è l’unico luogo che conosce. La sua triste storia ha dato il via a una serie di grandi proteste da parte degli animalisti. Come Lulu tantissime altre creature conducono un’esistenza forzata e innaturale, imprigionate in zoo e acquari in ogni parte del mondo.
In moltissimi, manifestando davanti al SeaLife di Brighton, hanno chiesto di concedere a Lulu la libertà che merita e che le è stata sottratta da ben 8 decenni. Per lei è stata lanciata una petizione. Chiaramente Lulu non potrebbe mai essere reintrodotta in natura, ma un santuario sarebbe la soluzione più consona e vicina al suo vero habitat.
Good protest outside SeaLife Brighton today Sat 3 Sept.We highlighted the appalling treatment of Lulu, a green turtle,…
Posted by CLOSE SEALIFE on Saturday, September 3, 2022
Lulu appartiene al mare, non a un acquario. Dopo 80 anni di prigionia, dopo aver vissuto tutti gli eventi storici del tempo dalla Seconda guerra mondiale alla morte della sovrana Elisabetta II è tempo di restituire a questa tartaruga verde la sua libertà.
Fonte: Close SeaLife/Facebook
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