A Torino i piccioni hanno le ore contate. Il Consiglio metropolitano ha approvato un Piano cruento per il contenimento della specie attraverso trappole e anche fucili. Gli animalisti condannano queste misure, chiedendo interventi alternativi e rispettosi degli animali
Nella Città metropolitana di Torino, la presenza di una numerosa popolazione di piccioni ha portato il Consiglio metropolitano a introdurre misure estreme per fronteggiare il problema: l’uccisione degli animali attraverso varie modalità.
Gabbie trappola, spari, rapaci sono alcune di queste. È quanto emerge dal Piano di contenimento del Colombo (Columbia liva forma domestica) per gli anni 2024 – 2029, approvato all’unanimità nei giorni scorsi.
Il Piano prevede operazioni differenti a seconda se i piccioni si trovino in ambito urbano o extraurbano. Nel primo caso si procederà con l’impiego di gabbie-trappola installate a cura dei Comuni.
I piccioni verranno attirati da esche alimentari e catturati in vivo, le altre specie selvatiche finite nelle gabbie saranno liberate. Non si menziona cosa accadrà ai piccioni, il che lascia pensare al successivo abbattimento.
Nel secondo caso, quindi in un contesto extraurbano, saranno dei cacciatori formati e autorizzati (selecontrollori) a sparare ai piccioni. Fatta eccezione per le Zone di Protezione Speciale, si farà uso anche di rapaci addestrati specificamente per allontanare gli esemplari.
Saranno gli agenti della Polizia metropolitana, delle Polizie locali e cacciatori autorizzati e volontari a coordinare le operazioni di controllo dei piccioni nel territorio.
Immediata la risposta da parte del panorama animalista italiano, che promette battaglia per ostacolare questa guerra ai piccioni. Il Tavolo Animali & Ambiente, coalizione delle principali sigle animaliste del Paese, contesta alla Città metropolitana di Torino di non aver voluto prendere in considerazione proposte alternative.
Il Tavolo Animali & Ambiente ha presentato una istanza di accesso agli atti per avere
copia degli atti che non si conoscono. La Città Metropolitana non ha più una visione volta alla tutela degli animali e a politiche per favorire una convivenza tra umani e animali selvatici. Stiamo valutando azioni di contrasto a questo Piano, insieme alle altre Associazioni del Tavolo Animali & Ambiente”
Il Piano tanto discusso ha ottenuto parere positivo dell’ISPRA nonché del Settore Sviluppo sostenibile, biodiversità e aree naturali della Regione Piemonte, della Direzione Sistemi naturali della Città metropolitana, degli Enti di gestione del Parco del Po piemontese, delle Aree protette delle Alpi Cozie e dei Parchi Reali.
La presenza massiccia dei piccioni ha posto rischi igienico-sanitari in città e causato notevoli danni alle colture cerealicole nelle zone rurali. Tuttavia, altrove si stanno sperimentando metodi non cruenti per controllare la popolazione di colombi.
Un esempio è Bruxelles, dove l’amministrazione belga sta riducendo la proliferazione dei piccioni attraverso la contraccezione, un modo rispettoso del benessere animale. A Torino, soluzioni dissuasive non avrebbero dato risultati.
Le misure incruente e dissuasive per il controllo della specie non si sono rivelate sufficienti per contenere la densità di popolazione del Colombo: è pertanto necessario il controllo diretto della specie” ha spiegato il Consigliere metropolitano Gianfranco Guerrini, delegato all’ambiente e alla tutela della fauna e della flora.
Per controllo diretto si intende quindi l’eliminazione degli animali, ma questa può essere considerata realmente una soluzione a lungo termine? Gli animalisti pretendono interventi di altro tipo.
Il Consiglio metropolitano ricorda, in ogni caso, l’importanza di pratiche preventive come il divieto di dar da mangiare ai piccioni, l’obbligo di occlusione fisica dei sottotetti di edifici pubblici e privati e raccomanda l’installazione di reti e fili elettrificati.
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Fonti: Città metropolitana di Torino – Tavolo Animali & Ambiente
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