L’Islanda riapre la sanguinaria caccia alle balene: autorizzata la mattanza dopo un breve stop

Ci risiamo. In Islanda si riapre la crudele caccia alle balenottere. Lo stop - chiesto dal governo - all'attività sanguinaria è durato troppo poco: da settembre si potrà tornare a uccidere i cetacei, anche se con regole più severe (che suonano più come una beffa)

Le acque che bagnano l‘Islanda stanno per macchiarsi nuovamente di sangue. A partire da settembre nel Paese sarà legale cacciare le balenottere comuni, il secondo animale più grande del Pianeta. L’annuncio è stato fatto ieri dalla ministra dell’Alimentazione, dell’agricoltura e della pesca Svandís Svavarsdóttir, suscitando un’ondata di rabbia fra gli attivisti che da tempo si battono con determinazione per abolire questa antica e crudele pratica.

La sospensione della caccia ai cetacei, in nome del “rispetto dei requisiti essenziali di tutela animale”, nei mesi estivi (per l’esattezza fino al 31 agosto) aveva fatto ben sperare. A far scattare lo stop era stato un report dall’Autorità alimentare e veterinaria islandese da cui era emerso le inaccettabili sofferenze inflitte a questi animali marini, che restano per troppo tempo agonizzanti dopo essere stati arpionati. Putroppo, però, la tregua da quest’orrore è durata davvero poco.

Lo scorso anno sono stati uccise circa 150 balenottere comuni e neanche quelle gravide sono state risparmiate. La differenza è che d’ora in poi i cacciatori dovranno attenersi a delle regole più ferree, ma ciò non salverà le balenottere da una condanna a morte assurda.

Verrà emanato un regolamento che includerà requisiti dettagliati e più rigorosi per le attrezzature e i metodi di caccia, nonché una maggiore supervisione. – viene chiarito nella nota pubblicata dal ministero – Le condizioni comprendono la copertura della formazione, delle misure educative, dell’attrezzatura e dei metodi di caccia. Il Ministero tiene a sottolineare che il rapporto del gruppo di lavoro sottolinea che restano ancora senza risposta diverse domande sulla possibile funzionalità e sugli effetti dell’elettricità durante l’uccisione delle balene, e pertanto il regolamento non contiene disposizioni su tali apparecchiature.

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Le balenottere vanno tutelate, non trucidate

Non si è fatta attendere la dura reazione delle organizzazioni animaliste, intervenute per commentare il via libera alla mattanza per scopi commerciali.

L’affermazione che con migliori addestramento e attrezzature per i balenieri, o con migliori metodi di uccisione, la caccia alle balene potrebbe diventare più umana è uno scherzo. – scrivono gli attivisti dell’associazione Whale and Dolphin Conservation (WDC) – Siamo profondamente delusi dalla decisione del governo islandese di riammettere la caccia alle balene dopo aver sospeso le uccisioni in questa stagione. Ci siamo impegnati con il governo e i nostri partner sul campo per denunciare la crudeltà e dimostrare che la caccia alle balene in mare non potrà mai avvenire in modo umano. Continueremo a combattere finché queste barbare uccisioni non avranno fine: la maggior parte degli islandesi è favorevole alla fine della caccia alle balene e noi siamo al loro fianco.

https://www.facebook.com/whalesorg/posts/pfbid0jw6RN1zGNfC3UTAZBEfzqbtwUdXL4XyonTRVwHAzx1FPNauY8UEYNrGR1YY1nmQml

Anche la popolazione islandese è pronta a dire addio a questa sanguinaria tradizione. In base a quanto emerso da  un rencente sondaggio, infatti, il 51% per cento dei cittadini è contrario alla caccia alle balenottere, che tra l’altro sono fondamentali per gli ecosistemi oceanici, dato che contribuiscono alla riduzione della CO2 nell’atmosfera.

QUI trovate la petizione, lanciata dall’associazione Hvalavinir-Stop whaling in Iceland, per chiedere la messa al bando definitiva della caccia alle balenottere in Islanda.

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Fonti: Government of Iceland/Whale and Dolphin Conservation

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