Lince iberica: il felino più minacciato al mondo si sta riprendendo dall’orlo dell’estinzione

Nel 2002 la lince iberica era quasi estinta, ora sono 855 gli esemplari. Ora potrebbe essere fuori pericolo entro il 2040.

Nel 2002 la lince iberica era quasi estinta, ora sono 855 gli esemplari. Gli esperti affermano che se gli attuali sforzi di conservazione e reintroduzione riusciranno a mantenere questo ritmo, questo animale potrebbe essere fuori pericolo entro il 2040.

Secondo l’ultimo monitoraggio, la popolazione di lince tra Spagna e Portogallo è aumentata di nove volte in 18 anni, passando da 94 nel 2002 a 855 nel 2019. Dall’ultimo censimento arrivano, quindi, buone notizie. La trappole fotografiche hanno mostrato che l’80% della popolazione di Lynx pardinus si trova in Spagna, che lo scorso anno sono nati 311 cuccioli e che le femmine in età riproduttiva sono 188. Ci sono poi popolazioni anche nel parco nazionale della Sierra Morena e della Donaña. Quasi un miracolo, se si pensa che alla fine del secolo scorso, la lince iberica stava finendo nella lista degli animali estinti per colpa della carenza di cibo, ma non solo.

I conigli rappresentano la preda principale della lince iberica, il 98% della dieta. Diverse epidemie di mixomatosi hanno falciato le popolazioni di conigli nel corso degli anni, con degli impatti negativi. Per sopravvivere, come spiega il WWF, un maschio ha bisogno di almeno un coniglio al giorno, mentre una femmina, per potere allevare i suoi piccoli, ne deve catturare almeno tre.

C’è poi, la perdita di habitat per colpa di strade, dighe, ferrovie e altre attività umane. Lo sviluppo della rete stradale ha favorito l’insorgere di incidenti mortali per le linci. Si ritiene che, tra il 1960 e il 1990, l’80% degli esemplari di lince iberica sia scomparsa per questo motivo. Infine, la lince è sempre stata considerata un trofeo di caccia (in particolare per la sua pelliccia) e un animale pericoloso per l’uomo e gli allevamenti.

Miguel Ángel Simón, un biologo che da 22 anni si occupa della specie, spiega: “Quando abbiamo iniziato nel 2000, non sapevamo nemmeno quanti erano le linci sono rimaste. Semplicemente non sapevamo se ci fosse un modo per salvarle: erano proprio sul limite e in grave pericolo di estinzione”.

Oggi grazie a una serie di progetti coordinati dal governo andaluso in collaborazione con altre regioni spagnole, le autorità portoghesi e le ONG per la conservazione, hanno arrestato il declino, aumentato la popolazione in natura.

“Oggi la situazione è piuttosto buona e penso che possiamo essere ottimisti perché non abbiamo solo recuperato la popolazione in Andalusia, ma abbiamo anche portato la popolazione in Portogallo – dove la lince era estinta – e in Extremadura e Castiglia -La Mancha “, dice Simón.

L’ultima fase del programma, il progetto quinquennale Life Lynxconnect, ha un budget di 18,8 milioni di euro, il 60% dei quali proviene dall’UE.

“Se la fortuna resta dalla nostra parte, avremo almeno 750 femmine in età riproduttiva – 3mila linci in totale – entro il 2040”, dice Ramón Pérez de Ayala, il coordinatore dei grandi carnivori per il WWF Spagna.

Proteggere la lince è un imperativo morale ed ecologico. “Ogni specie ha un valore intrinseco che non può essere perso: sarebbe come demolire una cattedrale”, afferma. “E stai parlando di un animale che fa un ottimo lavoro nel bilanciare la catena alimentare dell’ecosistema mediterraneo”. Ma l’armonia ambientale è solo uno dei tanti motivi. “A un livello più emotivo, la lince è un gioiello e una cosa bella da vedere”.

Fonte WWF Spagna/The Guardian

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