Dalle gabbie alla libertà. Nell'estate del 2013 l'associazione Essere Animali, promotrice della campagna Visoni Liberi per ottenere l'abolizione degli allevamenti di visoni, ha rilasciato tre esemplari di visone in natura, in riva a un fiume, dopo una vita trascorsa in piccole gabbie, in attesa di essere uccisi per la produzione di pellicce.
Dalle gabbie alla libertà. Nell’estate del 2013 l’associazione Essere Animali, promotrice della campagna Visoni Liberi per ottenere l’abolizione degli allevamenti di visoni, ha rilasciato tre esemplari di visone in natura, in riva a un fiume, dopo una vita trascorsa in piccole gabbie, in attesa di essere uccisi per la produzione di pellicce.
È questo il suo modo di richiamare l’attenzione delle istituzioni sulla necessità di approvare urgentemente la proposta di legge che porterebbe a vietare in Italia questa crudele tipologia di allevamento. “Abbiamo compiuto questo gesto per spronare le Istituzioni ad accogliere la richiesta delle tantissime persone che in Italia vogliono porre fine alla sofferenza e alla morte di questi animali. Siamo consapevoli di aver compiuto un’azione che impone dovute spiegazioni, perché i visoni sono animali alloctoni non originari del nostro paese, ma lo abbiamo fatto per sollevare un importante dibattito etico che crediamo sia giunta l’ora di affrontare”, spiegano gli attivisti.
LA PROPOSTA DI LEGGE – Alle Commissioni Referenti di Camera e Senato, infatti, è già stata assegnata una Proposta di Legge che porterebbe all’abolizione degli allevamenti di visoni in Italia, divieto a cui è favorevole l’83% della popolazione italiana. “I visoni sono abili nuotatori e corridori, capaci anche di arrampicarsi sugli alberi. Sono animali solitari che amano tuffarsi e vivere in acqua e da adulti sono particolarmente intolleranti verso i propri simili. Le condizioni di vita in cui sono costretti negli allevamenti, rinchiusi in gabbie di appena 36 cm x 70 cm ed a stretto contatto con migliaia di loro simili è fonte per loro di grande sofferenza”, continua Essere Animali.
NESSUN DANNO AGLI ECOSISTEMI – Prima di compiere l’azione è stata valutata ogni possibile conseguenza, poiché il visone americano allevato per le pellicce è una specie che in Italia può entrare in competizione con altri animali. Per questo sono stati liberati solo tre individui, evitando di creare nuove popolazioni che comunque nel nostro paese sono già presenti.
“Questo dimostra che i visoni si adattano facilmente alle nostre zone umide, visto che vi sono colonie stabili in moltissime regioni, fuggiti in seguito a liberazioni compiute da anonimi animalisti o in seguito a fughe accidentali. Episodi che non sono in alcun modo controllabili né arginabili e riguardano anche migliaia di esemplari, l’unica soluzione quindi, sia da un punto di vista etico sia sul piano ecologico, consiste nel vietare l’importazione e l’allevamento di questi animali, così come già avvenuto in sei diversi stati europei”, aggiunge l’associazione.
VITA FUORI DALLE GABBIE – I visoni liberati, che per gli animalisti hanno ottime possibilità di sopravvivenza e non incideranno in maniera significativa sull’ecosistema, sin da subito hanno scelto di gettarsi in acqua, nonostante provengano da generazioni in cattività i loro istinti selvatici non sono mai sopiti. La loro natura selvaggia ricorda che gli animali non sono oggetti di cui possiamo disporre a nostro piacimento, come accade proprio negli allevamenti di animali da pelliccia, un indumento anacronistico e oggetto di un assiduo boicottaggio.
Roberta Ragni
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