Orrore in uno zoo situato al confine tra la Striscia di Gaza e l'Egitto. Una giovane leonessa è stata privata degli artigli per fare in modo che i visitatori e soprattutto i bambini potessero giocare con lei senza ferirsi
Orrore in uno zoo situato al confine tra la Striscia di Gaza e l’Egitto. Una giovane leonessa è stata privata degli artigli per fare in modo che i visitatori e soprattutto i bambini potessero giocare con lei senza ferirsi.
Un atto terribile. Il povero animale è stato amputato nella sua gabbia davanti agli occhi di tutti. È successo nei giorni scorsi alla leonessa Falestina, rinchiusa nello zoo di Rafah.
Gli addetti hanno tagliato gli artigli del felino con le cesoie dopo averle messo un sudario in testa, senza alcuna sedazione ma utilizzando solo un tranquillante per stordire l’animale e permettere ai visitatori di assistere al macabro spettacolo.
A Gaza non ci sono ospedali veterinari, per questo la povera Falestina è stata deungulata direttamente nella sua gabbia.
Il proprietario dello zoo, Mohammed Jumaa, ha spiegato che l’azione era necessaria per “ridurre l’aggressività del leone” e renderlo “più amichevole” nei confronti dei visitatori. Come se l’animale fosse un giocattolo da esibire e utilizzare per il divertimento dei turisti.
Lo stesso veterinario locale Fayez al-Haddad ha detto che non si tratta di crudeltà perché lo zoo “vuole portare sorrisi ai bambini”. E al tempo stesso rimpinguare le casse del parco “che soffre di spese elevate”.
Non sono dello stesso avviso gli attivisti per i diritti degli animali che hanno definito crudele il gesto. La leonessa ha provato un dolore orribile.
“Per i grandi felini, rimuovere gli artigli è una procedura particolarmente feroce che causa danni di lunga durata”.
Inoltre, gesti naturali come afferrare il cibo o arrampicarsi difficilmente saranno possibili senza gli artigli. C’è anche il rischio che l’amputazione, non essendo stata effettuata in una clinica veterinaria, possa provocare un’infezione.
Secondo gli attivisti, rimuovere gli artigli di un leone equivale ad amputare le dita di un essere umano fino alle braccia o agli stinchi.
Nello zoo di Rafah oggi vivono 49 animali, la maggior parte dei quali rinchiusi in gabbie minuscole. Tra loro cinque leoni, una iena, diverse scimmie, lupi, emù, gatti, cani e uccelli esotici.
Dall’apertura dello zoo, molti sono già morti a causa di attacchi missilistici e battaglie. All’orrore della guerra si aggiunge quello delle mutilazioni col solo scopo di riempire le casse.
#BREAKING After weeks of tense negotiations it’s official: Our team will rescue 40+ animals suffering at Gaza’s most notorious zoo. The mission is extremely risky for our team, but we’re determined to save these animals. Will you help us? https://t.co/AvNHIwrrhe #SaveGazaAnimals pic.twitter.com/ujZ46OMyYI
— FOUR PAWS USA (@FOURPAWSUSA) 22 marzo 2019
AGGIORNAMENTO DEL 1° APRILE 2019
La leonessa Falestina, suo malgrado, sta recuperando e sta meglio. Ha iniziato a giocare con i bambini che visitano lo zoo. Tuttavia, il veterinario ha avvertito che gli artigli ricresceranno dopo sei mesi. Molto probabilmente, il povero animale subirà di nuovo la stessa tortura anche se le associazioni animalisti sono già sul piede di guerra.
L’associazione ;Four Paws intanto si sta mobilitando per liberare ;più di 40 animali che soffrono nello zoo più famoso di Gaza. Per questo ha avviato una raccolta di fondi per salvare alcune delle creature intrappolate all’interno delle mura dello zoo.
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Francesca Mancuso