Una leonessa salvata nel 2018 da uno zoo è stata sterilizzata a causa di una grave infezione all'utero causata da anni di consanguineità
Una leonessa che nel 2018 è stata salvata da uno zoo in Oklahoma ha dovuto ora subire un’operazione per asportare l’utero e le ovaie. Questi si erano infettati a causa degli incroci tra consanguinei a cui lei e altri leoni erano stati costretti all’interno della struttura.
Chobe ha sofferto molto nei 3 anni in cui è stata richiusa all’interno dello zoo privato di Joe Exotic “Tiger King”, allevatore che ora sta scontando 22 anni di carcere per una serie di crimini legati al maltrattamento, l’uccisione e il commercio illegale di tigri e leoni.
Fortunatamente due anni fa è stata salvata e ora vive al WildCat Ridge Sanctuary in Oregon. I veterinari recentemente avevano notato che il felino non mangiava più e, dopo una Tac, sono riusciti ad individuare il problema: la leonessa aveva l’utero dilatato a causa di un’infezione.
A causare il problema sono stati gli anni di consanguineità nello zoo che le hanno lasciato una “mancata corrispondenza genetica”, la stessa che conferisce alla leonessa un aspetto un “po’ tozzo”, secondo quanto hanno fatto sapere i veterinari. Si è deciso così di operarla con un intervento chirurgico un po’ particolare (visto che si trattava di una leonessa e non un gatto domestico) in cui sono stati asportati utero e ovaie, eseguito presso l’ospedale veterinario dell’Oregon State University.
Fortunatamente tutto è andato per il meglio e la leonessa ora sta bene e si sta riprendendo. Delle foto incredibili mostrano i veterinari impegnati nell’operazione.
Ian Ford, assistente esecutivo del santuario, ha dichiarato che non vede l’ora di veder tornare la leonessa alla sua normalità:
“Basta farla tornare a rotolare nell’erba con la sua amica Kariba e a sollevare le zampe in aria e semplicemente divertirsi. Speriamo che questo intervento le assicuri che tutto vada bene e che possa tornare a vivere la sua vita in pace e felicità, che è l’unica cosa che desideriamo per tutti i nostri residenti”.
Speriamo davvero che ora Chobe possa trascorrere la vita serena e in salute, accompagnata da questi grandi medici che le hanno salvato la vita.
Fonti: Oregon State University
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