Il lato oscuro dell’industria dei gamberetti che mangiamo (ti mostro come minaccia il giaguaro del Messico)

L'aumento della domanda dei crostacei ha portato a una crescita esponenziale dell'acquacoltura in Messico, con conseguenze per l'ambiente e la fauna locale, mettendo a rischio la sopravvivenza dei felini, già minacciati dalla perdita di habitat e dal bracconaggio

Le mangrovie del Messico occidentale, ecosistemi cruciali per la protezione delle coste, la regolazione del clima e la biodiversità, sono oggi teatro di una battaglia tra due specie animali, una di terra, e una di acqua: il giaguaro (Panthera onca) e il gambero dalle zampe bianche (Litopenaeus vannamei).

L’allevamento intensivo del crostaceo sta decimando l’habitat del grande felino, simbolo dell’America Latina, compromettendone la sopravvivenza. Scopriamo perché.

Un’industria in espansione incontrollata

Subito dopo l’Ecuador, il Messico ha il primato mondiale come produttore di gamberi: la gran parte viene allevata in acquacoltura mentre meno di un quarto viene pescata sulla costa.

Così, le superfici dedicate all’acquacoltura sono aumentate del 1.100% tra il 1993 e il 2021, raggiungendo oltre 114.000 ettari di estensione spesso nell’illegalità.

Il prezzo per questa attività in continua espansione lo stanno pagando i mangrovieti messicani che negli ultimi hanno fatto registrare una riduzione dal 35% al 26%.

Il giaguaro: vittima silenziosa

Il giaguaro, predatore all’apice della catena alimentare nelle mangrovie, sta pagando il prezzo più alto di questa devastazione. La perdita di habitat e il bracconaggio hanno già ridotto la sua distribuzione in Messico del 54%, facendone precipitare il numero a 4.000-5.000 esemplari.

La Papalota: un’oasi nel deserto

In questo scenario poco rassicurante, una piccola riserva nello stato messicano di Nayarit, chiamata La Papalota, getta un seme di speranza. Nata nel 2008 come area destinata alla conservazione, La Papalota è diventata un rifugio per almeno sei giaguari, offrendo loro cibo, riparo e la possibilità di riprodursi. Ma la sua superficie di soli 368 ettari è troppo contenuta per garantire la sopravvivenza a lungo termine della specie, che necessita di migliaia di ettari per prosperare.

Il ruolo cruciale dei corridoi biologici

La Papalota rappresenta un esempio di come piccole aree protette possano fungere da “trampolini di lancio”, collegando tra loro riserve più grandi e permettendo ai giaguari di spostarsi in sicurezza. Tuttavia, questi corridoi biologici sono sempre più minacciati dall’espansione urbana e dall’allevamento di gamberetti, anche all’interno di aree protette come la Riserva della Biosfera Marismas Nacionales.

Il lato oscuro dell’industria dei gamberetti

Come anticipato, l’ascesa dell’allevamento di gamberetti in Messico è stata accompagnata da ombre inquietanti: oltre il 40% degli allevamenti non rispetta le normative federali, e molti sarebbero legati ai cartelli della droga, che li utilizzano per riciclare denaro. Questa situazione rende ancora più difficile la protezione delle mangrovie e dei giaguari, mettendo a rischio anche la vita degli ambientalisti che osano opporsi a questa industria.

Una speranza per il futuro

Nonostante le difficoltà, la lotta per salvare le mangrovie e i giaguari del Messico continua. Ong e i gruppi ambientalisti come Mangrove Action Project e Pronatura Noroeste chiedono a gran voce normative più severe e una maggiore collaborazione tra le autorità locali e federali. La recente nomina a ministro dell’ambiente di Alicia Bárcena, biologa che ha promesso di dare priorità alla protezione delle mangrovie, potrebbe rappresentare un passo avanti in questa direzione. Ma la strada è ancora lunga e il tempo stringe.

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