La Spezia sarà la prima città antivivisezione d'Italia. Il Comune, infatti ha approvato ieri all'unanimità una mozione proposta dal consigliere Roberto Masia. I consiglieri hanno infatti impegnato il sindaco e la giunta a "promuovere tutte le iniziative necessarie presso lo Stato italiano e presso la Comunità europea affinché venga salvaguardato il benessere degli animali vertebrati tutt'ora utilizzati a fini sperimentali o ad altri fini scientifici".
Ma non è tutto, perché l’impegno del consiglio comunale è di spingere il Comune ad attivarsi energicamente “affinché lo Stato recepisca nel modo più restrittivo possibile la direttiva 86/609 Cee e a farsi parte attiva, per quanto di sua competenza, e con gli strumenti a sua disposizione, ad impedire nel territorio comunale della Spezia, l’insediamento dei laboratori e delle aziende pubbliche o private che prevedano l’istallazione di laboratori di vivisezione come stabilito dalla Legge Regionale recentemente approvata“.
Nel documento infine, il consiglio impegna il sindaco e la sua giunta ad “intervenire sul territorio affinché vi sia una sempre maggiore ospitalità per il randagismo e predisporre un programma di formazione nelle scuole cittadine finalizzato ad informare sul significato della lotta per l’abolizione della vivisezione“.
“Questo è il decimo anno di vita dell’Ufficio Diritti Animali, quale miglior modo per festeggiare questa data! – Maria Antonietta Zarrelli, responsabile dell’Ufficio Diritti Animali della Provincia di La Spezia – Il lavoro di questi anni nel fare rispettare le norme a tutela e per un’educazione al rispetto di tutti gli animali, non solo quelli d’affezione, sta portando i suoi frutti, visto il gran numero di cittadini che ha appoggiato con noi questo pronunciamento. A La Spezia non ci sono centri di ricerca che svolgono sperimentazione sugli animali, grazie a questa mozione siamo più tranquilli anche per il futuro.
Naturalmente soddisfatta la LAV: “Ci auguriamo che il Comune di La Spezia possa costituire un esempio per gli altri Comuni italiani, e farsi portatore di un forte e chiaro messaggio per il nostro Paese, dove sempre più cittadini si dichiarano contrari alla sperimentazione animale – ha detto la biologa Michela Kuan, responsabile LAV Settore Vivisezione – Si tratta di un metodo fallace sul piano scientifico, perché nessun animale può essere modello sperimentale di altre specie, e detestabile sul piano etico. La via da percorrere è lo sviluppo e l’incentivazione dei metodi sperimentali alternativi, efficaci e non cruenti”.