Il sequenziamento del DNA della lumaca di mare ci spiegherà come fa questo animale a effettuare la fotosintesi, proprio come le piante
La lumaca di mare è un mollusco capace di conservare e utilizzare i cloroplasti presenti nelle alghe di cui si nutre per ricavare energia.
Si tratta di una particolarità non da poco e gli scienziati stanno sequenziando il genoma di questo animale per capire come faccia l’Elysia chlorotica a mantenere funzionanti i cloroplasti algali anche per diversi mesi.
La lumaca di mare a energia solare conserva e usa i cloroplasti delle alghe
La lumaca di mare (Elysia chlorotica) è un mollusco che appartiene ai sacoglossi ed è nota anche come lumaca di mare a energia solare.
Oltre ad avere un aspetto simile a quello di una foglia, la lumaca di mare è l’unico animale in grado di sfruttare la fotosintesi a scopi energetici, proprio come fanno le piante.
La lumaca di mare, infatti, si nutre di alghe ed è nota per la sua capacità di sequestrare i cloroplasti dalle sue prede algali e di sopravvivere con la fotosintesi fino a 12 mesi in assenza di cibo. Si tratta di un’ottima strategia per superare periodi in cui la disponibilità di cibo è limitata.
Uno studio recente realizzato dall’Università della Florida e pubblicato su Nature ha presentato i risultati di una prima codifica del genoma della E. chlorotica.
La ricerca è stata effettuata per studiare la genetica e l’evoluzione di questi molluschi e per spiegare nel dettaglio come facciano le lumache di mare a far funzionare nel tempo i cloroplasti delle alghe di cui si nutrono.
La fotosintesi in un animale: un fenomeno unico
I cloroplasti sono organelli cellulari che contengono clorofilla, una molecola con una struttura simile alla nostra emoglobina. Grazie alla clorofilla, alghe, piante e cianobatteri possono utilizzare l’energia solare per il processo della fotosintesi, che permette alle piante di ricavare nutrienti e agli animale di aver ossigeno a disposizione. Quando un animale si nutre di vegetali, i cloroplasti vengono digeriti, pertanto smettono di funzionare e di fare fotosintesi.
Molte specie di lumache di mare sono in grado di sequestrare i cloroplasti dalle cellule delle alghe di cui si nutrono e, in alcune lumache di mare, i cloroplasti catturati mantengono la capacità di effettuare la fotosintesi anche per diversi mesi.
Questa capacità di mantenere funzionanti i cloroplasti dipende dalla produzione di proteine speciali codificate dai geni nucleari della lumaca di mare.
La possibilità di fare fotosintesi grazie a cloroplasti acquisiti è un fenomeno davvero singolare per una specie animale e i dati del sequenziamento generati dallo studio serviranno come risorse per future ricerche sull’evoluzione dei sacoglossi e, in particolare, per lo studio delle basi genetiche alla base del mantenimento a lungo termine di cloroplasti algali nelle lumache di mare.
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Tatiana Maselli