Si tiene a Canterbury una controversa gara di abbattimento dei gatti: i partecipanti hanno catturato più di 300 mici selvatici. E uccisi
Sembrava una fake news talmente era paradossale, ma invece è proprio vero. Nella regione di North Canterbury, una zona rurale sull’Isola del Sud, in Nuova Zelanda, si tiene ogni anno una gara (terribile) aperta ad adulti e ragazzi sopra i 14 anni: si va letteralmente a caccia di gatti randagi e li si uccide.
E il bello è che, prima dell’intervento di alcune associazioni animaliste, a questa challenge al sapor di sangue partecipavano anche i bambini.
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La gara ha tanto di nome: si chiama North Canterbury Hunting Competition e lo scopo sarebbe quello di cacciare gli animali selvatici che mettono in pericolo la fauna autoctona in cambio di premi in denaro. Se ci pensate, un po’ la stessa logica di quando si è parlato di uccidere i cinghiali e in generale la “fauna selvatica incontrollata” qui da noi.
In effetti, in Nuova Zelanda una volta questa competizione includeva solo la caccia ai cervi, ai cinghiali, alle anatre selvatiche, agli opossum e ai conigli, poi dall’anno scorso è stata inclusa la “categoria” del gatto randagio.
La caccia è limitata alle aree esterne alle aree residenziali e le trappole sono messa a un minimo di 10 km di distanza dall’abitazione più vicina. Secondo i numeri, quest’anno hanno partecipato circa 1.500 persone, di cui 440 ragazzini e i gatti uccisi sono stati più di 300. Un uomo ne ha uccisi 65 e ha vinto un premio di 500 dollari neozelandesi.
L’organizzatore Matt Bailey ha dichiarato di “non essere granché preoccupato dei sentimenti delle persone che non capiscono la gara” perché “i bambini nelle regioni rurali crescono già in un ambiente in cui gli animali vengono cacciati, scuoiati, conciati e mangiati”.
NEW ZEALAND: North Canterbury Hunting Competition: Watch kids parade pest kills for protesters after organisers reinstate cat categoryhttps://t.co/fpOKBVAyYv
— Marc Bekoff (@MarcBekoff) June 26, 2023
Sconvolgente. Resta quindi l’urgenza, ovunque, di individuare i metodi più consoni per gestire e ridurre la popolazione degli animali selvatici. Ma non scuoiandoli.
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