Il governo dello Zambia gli ippopotami non li lascia proprio in pace: ogni anno, ogni scusa è buona per ucciderli
Duemila ippopotami in cinque anni saranno abbattuti perché bevono troppo e rischiano di consumare le risorse idriche del fiume Luangwa. Il governo dello Zambia gli ippopotami non li lascia proprio in pace: ogni anno, ogni scusa è buona per ucciderli.
A giugno scorso, andavano abbattuti ‘per fermare un’eventuale diffusione dell’antrace’, quindi uno sterminio preventivo per scongiurare un’epidemia che però non era in corso. Forse la motivazione non reggeva abbastanza. Noi c’eravamo chiesti: si può legalizzare una strage per paura che in futuro possa esserci un contagio?
Ed ecco che la Repubblica dello Zambia nell’Africa centro-meridionale ne ha subito trovata un’altra: gli ippopotami vanno uccisi perché i livelli di acqua del fiume non possono dissetare tutti.
Secondo il ministro del turismo dello Zambia, Charles Banda, sarebbe troppo costoso spostare gli animali da un’altra parte, quindi via libera all’abbattimento.
“Il South Luangwa National Park ha una popolazione di oltre 13mila ippopotami, ma l’area è ideale solo per 5mila ippopotami”, ha detto Banda.
Dati che vanno però a cozzare con il fatto che l’ippopotamo è nella Lista Rossa IUCN (International Union for Conservation of Nature) con una popolazione stimata di soli 115-130mila animali in totale.
Quindi, mentre il governo continua a dire che l’ecosistema è minacciato dal sovraffollamento, il Born Free e il Dipartimento di Parchi Nazionali e Fauna Selvatica sostengono che non c’è nessuna prova né del numero elevato, né del fatto che i precedenti abbattimenti abbiano portato dei benefici. Senza contare che il governo non ha mai fornito prove scientifiche che una strage possa prevenire un focolaio di antrace.
I dati evidenti sono che tra qualche anno gli ippopotami potranno scomparire. Sempre secondo l’ente di conservazione, nell’ultimo decennio (fino al 2016), oltre 6mila ippopotami sono stati cacciati. Le registrazioni del commercio internazionale mostrano che dal 2004 al 2014 sono stati importati circa 60mila kg di avorio da ippopotamo ad Hong Kong.
E l’impressione è proprio quella che dietro questi abbattimenti ci sia un mercato di trofei da caccia e non solo.
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Dominella Trunfio