L’indagine shock che mostra l’orrore dell’industria del coniglio (VIDEO E PETIZIONE)

Un'indagine shock sull'industria del coniglio italiana. Piccole creature costrette in gabbie minuscole, uccise se nate con malformazioni per non “togliere” il nutrimento ai fratelli sani. È quanto denuncia la nuova indagine portata avanti da Animal Equality e dalla Lav, che hanno lanciato anche una petizione per includere il coniglio tra gli animali d'affezione

Un’indagine shock sull’industria del coniglio italiana. Piccole creature costrette in gabbie minuscole, uccise se nate con malformazioni per non “togliere” il nutrimento ai fratelli sani. È quanto denuncia la nuova indagine portata avanti da Animal Equality e dalla Lav, che hanno lanciato anche una petizione per includere il coniglio tra gli animali d’affezione.

Dodici settimane. Questa è la durata della vita di un coniglio in un allevamento, 12 settimane passate rinchiuso in una gabbia grande più o meno quanto lui, orecchie escluse, in mezzo ai propri escrementi e spesso in compagnia dei cadaveri dei compagni di gabbia che non ce l’hanno fatta.

In condizioni come queste spesso i conigli si ammalano ma qui intervengono grandi quantità di antibiotici.

Ed è così che dopo 80 giorni di reclusione, il coniglio viene fatto uscire dalla sua gabbia. Libertà? Macché. Dovrà compiere l’unico viaggio che nella sua vita gli sarà concesso, quello verso il macello.

Insieme ad altri conigli verrà infilato in una gabbia e caricato su un camion, esposto al sole e alla pioggia. Se sarà “fortunato”, arriverà vivo fino al macello, dove lo attende un finale da film dell’orrore.

conigli lav

Viene infatti appeso a testa in giù e dissanguato tramite taglio della giugulare. Prima però viene stordito con una scossa elettrica, non sempre efficace. Una volta dissanguato, viene scuoiato e gli vengono tolte le viscere. La sua storia finisce qui, con l’ultimo viaggio verso il banco della carne.

Eppure, un’alternativa è davvero possibile. In Italia si consumano circa due conigli a testa ogni anno. Scegliendo di non mangiare più carne di coniglio, si potrebbe così salvare la vita di 2 animali.

“Insieme possiamo fare molto di più: possiamo fermare per sempre questa strage. Come? Includendo il coniglio tra gli animali d’affezione. In Italia è l’animale domestico più diffuso dopo il cane e il gatto, ma questo non basta: ci serve una legge. Una proposta è già depositata in parlamento, per renderla effettiva abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti. Firma anche tu per dare ai conigli la vita a cui hanno diritto” spiegano Lav e Animal Equality.

Per firmare la petizione, clicca qui

Francesca Mancuso

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