Dalla Grecia alle coste africane, il numero di nidi di tartaruga marina Caretta caretta è forte in aumento. Il successo è attribuito alle strategie di conservazione a lungo termine e al monitoraggio costante
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Il Mediterraneo orientale sta assistendo a un fenomeno straordinario: un incremento record nel numero di nidi di tartaruga marina Caretta caretta. Dalle spiagge della Grecia a quelle di Cipro, le nidificazioni hanno raggiunto livelli senza precedenti, segnale di una possibile inversione di tendenza per questa specie a lungo minacciata.
La Grecia, in particolare, si conferma come il principale sito di nidificazione del Mediterraneo, ospitando circa il 60% dei nidi di Caretta caretta.
Il reparto maternità del Mediterraneo
L’isola di Zante, nota per la spiaggia di Sekania, definita il più grande “reparto maternità” del Mediterraneo, ha registrato un numero eccezionale di nidi, con una densità che raggiunge un nido ogni 50 centimetri quadrati di sabbia.
“È un risultato straordinario”, ha raccontato al quotidiano Guardian il dott. Aliki Panagopoulou, coordinatore della ricerca per Archelon, la Società Greca per la Protezione delle Tartarughe Marine. “Dopo anni di declino, con cali annuali del 6% in alcune aree come Creta, stiamo finalmente assistendo a una ripresa. È la dimostrazione che gli sforzi di conservazione a lungo termine possono dare i loro frutti”.
I dati raccolti da Archelon indicano che dal 2023 il numero di nidi in Grecia ha superato i 10.000, un dato significativamente superiore alla media di 6.000 registrata negli ultimi 24 anni. Questo trend positivo è attribuito a diversi fattori, tra cui la protezione degli habitat di nidificazione, la riduzione dell’inquinamento luminoso e la sensibilizzazione dei turisti.
Non solo Grecia
L’aumento delle nidificazioni non riguarda solo la Grecia. Anche altre aree del Mediterraneo, come la Spagna, l’Italia e Cipro, stanno registrando un incremento nel numero di nidi. Persino le coste africane, in particolare le Seychelles e Capo Verde, mostrano segnali incoraggianti. Capo Verde, ad esempio, ha contato 200.000 nidi nel 2020, grazie alle politiche di contrasto al bracconaggio e alla tutela delle aree di nidificazione.
La tecnologia, come l’installazione di telecamere e il monitoraggio costante, ha giocato un ruolo chiave nella protezione dei nidi, riducendo drasticamente le minacce per i piccoli, che affrontano enormi pericoli naturali già dai primi momenti di vita, come l’attacco da parte di granchi e gabbiani. Normalmente, infatti, solo una tartaruga su 1.000 sopravvive fino all’età adulta. Le misure di conservazione messe in atto hanno significativamente aumentato queste probabilità, facendo registrare un incremento notevole nella sopravvivenza dei piccoli.
Esempi di successo arrivano anche da altre parti del mondo. In Florida, il numero di tartarughe marine è in costante crescita, grazie a tattiche simili di protezione. Nel 2023, la contea di Palm Beach ha raggiunto oltre 20.000 nidi, un record storico che dimostra come le iniziative di tutela possano davvero fare la differenza.
La conservazione: un impegno di lunga durata
Dietro al successo della rinascita delle tartarughe marine c’è un lungo cammino fatto di impegno, passione e collaborazione tra governi, associazioni e comunità locali.
L’isola di Zante è diventata un simbolo di questa lotta, grazie alla creazione di un parco marino statale che ha permesso di proteggere le aree più critiche per la nidificazione. Trent’anni fa, il rischio di estinzione per le Caretta caretta era reale, minacciate dall’impatto devastante del turismo, dalla distruzione degli habitat e dal bracconaggio delle uova.
Oggi, grazie agli sforzi di attivisti come Lily Venizelos, fondatrice della Mediterranean Association to Save the Sea Turtles, e all’impegno di organizzazioni come Archelon, le tartarughe marine stanno tornando a popolare le spiagge, offrendo uno spettacolo di rinascita che incanta non solo gli scienziati, ma anche i turisti e i residenti.
Il caso di Zante non è isolato. Spiagge come quelle della baia di Kyparissia, nel Peloponneso, rappresentano altri importanti luoghi di nidificazione per le Caretta caretta. In tutta la Grecia, gli sforzi per proteggere questa specie sono stati estesi anche a Creta, dove si è assistito a un’inversione di tendenza rispetto ai cali registrati negli anni 2000.
“Durante quel periodo, abbiamo osservato una riduzione annuale del 6% nel numero di nidi”, ha spiegato il dottor Panagopoulou. “Oggi, però, grazie a una strategia a lungo termine, vediamo finalmente i risultati concreti dei nostri sforzi”.
“La ripresa della Caretta caretta è una notizia di grande importanza per l’intero ecosistema marino”, sottolinea Lily Venizelos. “Le tartarughe marine svolgono un ruolo cruciale nel mantenimento dell’equilibrio ecologico, e la loro presenza è un indicatore della salute dei nostri mari”.
Nonostante i risultati positivi, gli esperti invitano alla cautela. La sopravvivenza delle tartarughe marine è ancora minacciata da diversi fattori, come la pesca accidentale, l’ingestione di plastica e i cambiamenti climatici. “È fondamentale continuare a investire nella ricerca e nella conservazione”, conclude il dott. Panagopoulou. “Solo così potremo garantire un futuro a queste creature straordinarie che popolano i nostri mari da milioni di anni”.
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