Uno studio scientifico condotto nel Regno Unito ha dimostrato che i pesci rossi hanno una buona memoria contrariamente a quanto si pensi. Nel corso di un test la stragrande maggioranza di questi è stata in grado di stimare le distanze di un percorso compiuto
C’è chi ha la memoria di un elefante e chi la memoria di un pesce rosso. Quest’ultimo è un modo di dire comune per definire una persona smemorata, ma mai come in questo caso il paragone si è dimostrato essere errato. Diversamente da quanto si pensi i pesci rossi hanno infatti una buona memoria e sono in grado di ricordare un tragitto percorso nel tempo, stimandone persino le distanze.
A confermarlo un nuovo studio condotto dai ricercatori della University of Oxford e pubblicato sulla rivista Proceedings of The Royal Society B. Un team di studiosi ha addestrato 9 pesci rossi Carassius auratus a percorrere una distanza di 70 cm in una vasca con delle stecche verticali collocate ogni 2 cm. Tramite un segnale esterno e una ricompensa i pesci sono stati poi portati a tornare nella posizione iniziale.
Successivamente i ricercatori hanno modificato il percorso, il punto di partenza e la disposizione delle stecche. L’obiettivo era valutare se, con le modifiche apportate, i pesci fossero in grado di coprire le stesse distanze come predisposto dal primo itinerario.
Sorprendentemente 8 pesci rossi su 9 hanno provato di ricordare con precision il percorso, tornando indietro per ottenere la loro ricompensa e stimando accuratamente la distanza impostata anche quando non hanno ricevuto nessun segnale esterno.
Secondo i ricercatori i pesci rossi stimerebbero le distanze e percepirebbero lo spazio tenendo conto del movimento apparente degli oggetti presenti nel loro ambiente. Ciò prende il nome di flusso ottico, una modalità di percezione già nota in molti animali.
Questi risultati forniscono una base convincente per utilizzare il pesce rosso come sistema modello per studiare l’evoluzione dei meccanismi alla base della cognizione spaziale nei vertebrati, ha dichiarato Adelaide Sibeaux, autrice principale dello studio e coordinatrice del team.
La nuova ricerca ribalta la convinzione che i pesci rossi non siano dotati di capacità mnemoniche rispetto ad altre specie del regno animale, riconoscendogli grandi capacità al punto da divenire un modello di studio futuro.
Fonte: Proceedings of The Royal Society
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